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Il Vigilante

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Altro coup de théâtre degli attori coinvolti nella soap ‘Vigilanza Rai’. Nonostante l’accordo sul nome di Zavoli, Villari non si è dimesso e si è guadagnato l’espulsione dal Pd. “ Mi dimetterò quando Pd e Pdl avranno trovato un nome condiviso ”, queste le parole di Riccardo Villari dopo la sua rocambolesca elezione alla presidenza della commissione di Vigilanza Rai. Il nome è arrivato, Sergio Zavoli, ma le dimissioni di Villari no. Nonostante le pressioni del suo partito, che ha proceduto ieri ad espellerlo, il senatore del Pd sembra avere l’intenzione di rimanere attaccato a quella poltrona ottenuta con i voti della maggioranza e due dall’opposizione. Oltre a essere in totale disaccordo con la linea del Partito Democratico, l a scelta di Villari fa sorgere qualche dubbio sull’improvvisa disponibilità della maggioranza a sostenere il nome di Zavoli. Dopo mesi di ostruzionismo puro alla candidatura di Leoluca Orlando e la decisione di eleggere un nome estraneo alle proposte dell’opposizione, il Pdl ha alzato bandiera bianca quando ormai, vista la presa di posizione di Villari, i giochi erano fatti. “ Resta un presidente democraticamente eletto, che ha resistito con coraggio a pressioni. Ha dimostrato un grande senso di responsabilità istituzionale e una grande dignità. Finché le condizioni istituzionali e politiche non saranno diverse da quelle attuali non possiamo certo far dimettere un presidente regolarmente eletto, perché è una scelta che spetta esclusivamente a lui. Ma restiamo disponibili ad accedere all’accordo sul nome di Zavoli ”, è stata, per citarne una, l’affermazione di Alessio Butti del Pdl. Insomma Villari piace di più di Zavoli.

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