La prima pagina rimarrà, come da 127 anni a questa parte, zona riservata agli argomenti di politica ed economia. Ma, da oggi, al Wall Street Journal ha inizio una piccola rivoluzione: arriva lo sport. Una sola pagina, l’ultima, per cominciare, appannaggio del basket professionistico americano e dei suoi problemi finanziari. Questo sembra però essere il primo passo verso una normalizzazione della testata da sempre guida intellettuale di brokers e affaristi di tutto il mondo (ancora oggi è il secondo quotidiano più venduto d’America, con più di 2 milioni di copie al giorno). Il padrone Rupert Murdoch, dopo aver fallito nel sogno nemmeno troppo nascosto di acquistare il prestigioso New York Times, ha deciso così di trasformare il Jorunal in quotidiano generalista di lusso , proprio come il Times, con un taglio e una impostazione più conservatori. La virata popolare del Journal, fiore all’occhiello della News Corp e contraltare alto del tabloid New York Post nell’impero della carta stampata del magnate australiano, è anche una mossa strategica per cercare di scacciare le streghe della crisi finanziaria , che sta mietendo numerose vittime anche tra le testate statunitensi più importanti e ha spolpato le casse dell’editore. Il Wall Street Journal è già all’avanguardia per quanto riguarda lo sfruttamento dei canali telematici, con un alto traffico sul proprio sito e circa 930 mila abbonamenti a pagamento online . Grazie alle finora snobbate news sportive, tra palla a spicchi e palla ovale, battitori e diamante, potrebbe riconquistare la leadership delle vendite (oggi detenuta da Usa Today) conquistando parte del mercato upper middle-class che finora lo riteneva troppo serioso e specifico negli argomenti.
Il Wall Street Journal apre allo sport

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