Un basso livello di competenza digitale critica, intesa come capacità di valutare fonti, capire i rischi, comprendere la natura dei contenuti : è quanto emerge da una ricerca sull’ uso di internet tra gli studenti delle scuole superiori lombarde , condotta dal Gruppo di ricerca sui nuovi media del dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’università di Milano-Bicocca. I deficit più evidenti si riscontrano nel riconoscimento critico di indirizzi web, nella consapevolezza dei meccanismi commerciali del web e nella valutazione del livello di affidabilità dei contenuti. Ad esempio solo il 32,7% dimostra di conoscere il modo in cui funziona Wikipedia, un’analoga percentuale (34,8%) riesce a riconoscere una pagina di login falsificata a partire dall’indirizzo web, e il 33% si rende conto dello scopo di lucro dietro a siti commerciali di uso comune. “Quelli che vengono definiti nativi digitali – afferma il ricercatore Marco Gui – appaiono invece bisognosi di guida rispetto agli usi significativi della rete. C’è oggi un grande spazio di intervento per scuola, istituzioni e ricerca nell’identificazione e promozione di diete mediali che supportino lo sviluppo scolastico e personale dei ragazzi”.
Il web, questo sconosciuto per i nativi digitali

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