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In Italia la pausa pranzo è sempre più costosa

Sempre più italiani si portano il pranzo da casa - ph. Clker-Free-Vector-Images

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Circa 15 euro per un pasto tipo al bar. Quattro lavoratori su 10 si preparano da mangiare a casa e risparmiano più del 70%

Sarà la crisi, sarà il post-Covid, sarà il gas, sarà la guerra. Fatto sta che i prezzi alimentari lievitano più di una ciambella in forno ma i valori dei buoni pasto restano fermi, quindi pranzare fuori costa sempre di più e i lavoratori cercano di farlo sempre di meno. Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nel 2023 i prezzi dei piatti serviti presso punti ristoro, bar e mense in Italia sono più alti dell’11,09% rispetto al 2019.

Partendo dal 2001 si registrano aumenti che vanno dal 94% per il caffè al 316% per una apparentemente innocua pizzetta rossa, passando per il +283% delle bottigliette d’acqua… tutto a favore delle borracce di alluminio. Un pasto tipo, composto da un piatto di pasta, dessert, acqua e caffè, consumato in una tavola calda/self-service, può arrivare a costare fino a 14,89 euro al giorno, per un totale di 297,80 euro al mese.

Non è dunque solo una moda se quasi il 40% di coloro che sono fuori casa per lavoro da mattina a sera si porta il pranzo da casa. E il risparmio non è indifferente: lo stesso piatto di pasta + dessert + acqua + caffè viene a costare poco meno di 4 euro, cioè il 74% in meno. Sui social impazzano le soluzioni degli influencer e, per chi proprio non riesce a portarsi il cibo porzionato da casa, i supermercati hanno esteso la loro offerta di piatti monoporzione: pasta, carne, verdure cotte, affettati, insalate con condimenti e posatine.

Anche di questi alimenti sono aumentati i prezzi (in media del +10% dal 2019, dal +4% della frutta tagliata al +19% dell’insalata di cous cous). Restano comunque opzioni convenienti, per giunta spesso acquistabili coi buoni pasto (che, dicevamo, di rado sono stati adeguati agli aumenti). Il mercato è comunque riuscito a far pagare anche la scelta del pranzo “al sacco”, proprio a partire dal sacco: sono infatti aumentati fino al 22% i prezzi delle borse porta pranzo e (fino al 12%) quelli delle posate.

di Daniela Faggion

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