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Infante vince causa, reintegro obbligatorio in Rai

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Era il 2012 e Milo Infante si congedava dall’ Italia sul 2 : “ Cari amici, grazie per le tantissime manifestazioni di affetto e amicizia. Dall’anno prossimo a tenervi compagnia tutti i pomeriggi troverete solo Lorena, e vi assicuro anche se a qualcuno sembrerà strano, che sarete in buone mani. Una decisione presa dall’attuale direzione di Rai 2 che ognuno di voi potrà valutare come meglio crede. Non tutte le battaglie si possono vincere, ma qualche volta combattere è un dovere al quale non ci si può sottrarre. E che finché hai qualcosa da dire è mai finita. Un abbraccio “. Questo il messaggio, dove rendeva noto quello che già si sapeva, ossia i problemi tra lui e la direzione dell’epoca. Come spiega Il Messaggero , per Infante le problematiche erano duplici: da un lato l’impossibilità di partecipare alla scaletta e di scegliere gli ospiti (banditi i giornalisti di alcune testate, come Fatto Quotidiano, Libero e Il Giornale ), dall’altra un ruolo che da primario (i temi di politica e attualità erano di sua competenza) era passato a secondario (si dovette occupare di gossip e costume ). La causa per mobbing non fu accettata perché il Infante era comunque in video, ma nel settembre 2013, Infante propone una nuova azione contro la Rai per demansionamento. La sentenza è arrivata nei giorni scorsi: il tribunale con un provvedimento immediatamente esecutivo dispone il reintegro nelle mansioni precedenti e prevede un risarcimento di 3mila euro al mese sia per il periodo di inattività sia in caso di mancato reintegro. La tv di Stato a questo punto può presentare appello, ma intanto Infante deve andare in onda, non importa a che ora e in quale fascia oraria.

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