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Iniziato lo sciopero degli sceneggiatori statunitensi

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L’America, quella che conta, quella che conosciamo meglio, quella che arriva sul grande e piccolo schermo, ha iniziato a tremare. Lo sciopero degli sceneggiatori di cinema e televisione è passato dall’essere una minaccia a diventare una realtà e rischia ora di bloccare l’intera produzione a stelle strisce.    La notizia è stata data dal Writers Guild of America dopo il fallimento dell’ultima trattativa a Los Angeles per scongiurare la protesta: dieci ore consecutive di colloqui tra il sindacato degli scrittori e l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (Amptp) che rappresenta le case di  produzione.  Gli sceneggiatori che risiedono sulla costa est hanno incrociato le braccia allo scadere della mezzanotte di domenica, i colleghi della costa ovest, hanno iniziato lo sciopero tre ore più tardi ed hanno già approntato i picchetti con i quali iniziare le dimostrazioni davanti agli studios.  La protesta potrebbe pericolosamente coinvolgere programmi cult oltreoceano, come lo show di David Letterman, Jay Leno o Stephen Colber a cui verrebbero a mancare i contributi quotidiani degli sceneggiatori, e telefilm come Ugly Betty e Lost, che nonostante la presenza dei copioni avrebbero difficoltà a fare a meno dei presentatori sul set.  Per quel che riguarda il cinema le conseguenze arriverebbero in un  secondo tempo perché le case di produzione lavorano con più anticipo  rispetto alla televisione e, proprio in vista della temuta protesta  hanno accumulato copioni sui quali lavorare.   Le trattative con gli studi e i produttori sono cominciate a luglio e non hanno fatto progressi , uno dei punti dolenti è stata la  richiesta degli sceneggiatori di essere compensati per le vendite di dvd e per le produzioni distribuite su Internet e su altri formati new media. L’ultimo sciopero degli sceneggiatori risale al 1988 ed è durato 22  settimane, con perdite valutate intorno ai 550 milioni di dollari.  Jack Kyser, economista di Los Angeles, ha predetto che uno sciopero  simile a quello avvenuto 19 anni fa, potrebbe oggi portare a perdite  per almeno un miliardo di dollari .

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