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Insulti via Facebook? Diffamazione a mezzo stampa

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  Il Tribunale di Livorno ha condannato una donna per diffamazione a mezzo stampa per aver scritto frasi offensive sul proprio profilo Faceboo k, e rivolte al proprio ex datore di lavoro. La donna è stata condannata a pagare un risarcimento di 3mila euro alla persona offesa , più le spese processuali.   Si chiama Rossella Malanima e il suo caso giudiziario potrebbe diventare per l’universo dei social network un crocevia, superato il quale, non sarà forse più possibile tornare indietro, nelle regole come nei rischi cui si va incontro infrangendole. La storia è quella di una ragazza che molto probabilmente in preda alla rabbia dopo essere stata licenziata dal centro estetico nel quale aveva lavorato per un breve periodo, nel maggio 2011 ha deciso di sfogarsi contro il suo ex datore di lavoro usando la tecnologia . Prima lo ha contattato via mail e poi ha scritto di lui sulla propria bacheca Facebook.    “In questo modo – spiega il legale della giovane – i l pubblico ministero ha messo sullo stesso piano la capacità di diffusione e di danno all’immagine di un social network a quella di un giornale oppure di una televisione”   Secondo la sentenza, ora a rischiare non sono solo i giornalisti, bensì chiunque faccia uso dei social network, senza pensare che un messaggio offensivo possa avere lo stesso peso e le stesse conseguenze penali di un articolo di giornale.  

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