AT&T ha speso 50 milioni di dollari per potenziare la sua rete e offrire il miglior supporto tecnologico per i possessori del telefono di Apple, l’ormai mitico (ancora prima di arrivare sul mercato) iPhone . Ma a chi non dovesse andare a genio il nuovo gadget di Steve Jobs si troverà a sborsare la bellezza di 175 dollari per interrompere il contratto di servizio che ha durata minima di 2 anni. Già nel caso di molte offerte i gestori si offrono di pagare il prezzo pieno di un cellulare evoluto e costoso pur di attirare i clienti, ai quali però sottopongono il vincolo di rimanere abbonati ai loro servizi per un minimo di due anni. I vertici di AT&T, nella persona del portavoce Mark Siegel, non confermano l’indiscrezione e si barricano dietro una risposta di circostanza, nella quale fanno sapere che i servizi che offrono sono uguali, in termini di condizioni, per tutti i loro clienti. Per Michael Gartenberg, vice presidente della società di ricerche e analisi di mercato JupiterResearch di New York, la penale è solo un piccolo ostacolo tra i consumatori e l’iPhone e si dice sicuro che non influirà sulla scelta dei clienti verso il nuovo oggetto del desiderio mondiale. Inoltre Gartenberg sottolinea come il bacino di utenti del telefonino Apple abbia un budget di spesa più elevato rispetto ad altri modelli offerti dal mercato e molto più interessati alle funzionalità multimediali dell’iPhone (web, chat e download). Il poter anche telefonare sembra una feature secondaria per chi lo comprerà Per Julien Blin, ricercatore di IDC, l’iPhone non sarà in grado di stravolgere il mercato della telefonia mobile negli Usa, perché solo il 10% degli utenti mobili è abbonato a servizi per il download di dati. Troppo pochi per sperare che un solo modello possa rivoluzionare le sorti di un servizio di nicchia.
iPhone: disdette servizio, AT&T mette 175 dollari di taglia

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