Il quadro OCSE 2025 sull’istruzione individua solo il 22% di laureati. Poche le iscrizioni, alto il tasso di abbandono
Solo il 22% degli italiani tra i 25 e i 64 anni ha una laurea: è il dato che piazza l’Italia all’ultimo posto tra i Paesi OCSE, al pari del Messico e ben lontana dalla media del 42%. Lo rivela il rapporto Education at a Glance 2025 dell’OCSE, che fotografa un sistema scolastico e universitario in affanno su più fronti: bassa percentuale di laureati, investimenti sotto la media e stipendi degli insegnanti in calo.
Particolarmente critico il dato relativo alle lauree nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica): in Italia solo il 21% degli studenti consegue un titolo triennale in questi ambiti, contro una media OCSE ben più alta. Inoltre, solo il 20% degli studenti italiani si prende un anno sabbatico tra scuola e università, a fronte del 44% medio nei Paesi OCSE.
Il tasso di abbandono universitario resta alto: il 13% degli studenti lascia gli studi già dopo il primo anno, questo in linea con la media OCSE. Le donne, pur avendo in media maggiori probabilità di concludere il percorso, in Italia risultano sotto la media internazionale per completamento degli studi.
Altro campanello d’allarme: la quota di studenti universitari internazionali in Italia è in calo, visto che sono passati dal 5,6% del 2018 al 4,8% del 2023, mentre nel resto dell’OCSE è cresciuta dal 6% al 7,4%.
Il rapporto mette in luce anche forti disuguaglianze sociali nell’accesso all’istruzione. In Italia, il 63% dei giovani adulti (25-34 anni) con almeno un genitore laureato ha conseguito la maturità, ma questa percentuale scende al 15% tra i figli di genitori con solo la licenza media. Un divario di 48 punti percentuali, superiore alla media OCSE (44 punti).
Un dato positivo riguarda la riduzione dei giovani adulti senza diploma: in Italia la percentuale è scesa dal 24% al 19% tra il 2019 e il 2024, in linea con il trend OCSE, che registra una media del 13%.
Tra i dati più preoccupanti, invece, c’è quello sugli investimenti: l’Italia spende il 3,9% del PIL per l’istruzione, contro una media OCSE del 4,7%. Inoltre, gli stipendi reali degli insegnanti italiani sono diminuiti del 4,4% negli ultimi 10 anni, mentre la media OCSE ha visto un aumento del 14,6%. Paradossalmente, gli insegnanti italiani lavorano più ore rispetto ai colleghi degli altri Paesi: 917 ore annue nella primaria e 990 nella secondaria di primo grado, a fronte di medie OCSE rispettivamente pari a 804 e 909 ore.