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Italia: l’e-book verrà ma non c’è ancora

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Il futuro del libro sembra essere digitale. Il convegno ‘If book then’, organizzato da 4ItGroup e da Book Republic ha fatto il punto su una situazione, quella dei testi digitali e della loro diffusione in Italia, in rapida evoluzione. Da una parte, la curiosità per l’argomento è crescente, i lettori appositi come Kindle cominciano a vedersi sui mezzi pubblici e i volumi scaricabili da internet sembrano quanto meno aver passato il primo inevitabile, quello della diffidenza. Dall’altro, i dati riguardanti il successo delle biblioteche digitali in Italia lasciano poco spazio ai sensazionalismi : il Belpaese vale solamente il 2,6% del mercato europeo degli e-book, che da par loro costituiscono lo 0,6% del mercato librario del Vecchio Continente. In Italia sono disponibili, per il momento, ‘solo’ 7mila titoli in lingua nei diversi negozi web. Un cifra che impallidisce se confrontata ai 500mila volumi in lingua inglese a disposizione in Gran Bretagna, ma anche di fronte ai 50mila testi della Francia. Le difficoltà sono soprattutto economico-logistiche: un libro straniero tradotto e digitalizzato in italiano è fruibile solo sul mercato nazionale, e le nostre case editrici sono in forte ritardo dal punto di vista degli apparati web (produttivi e distributivi). Certo, anche interventi governativi per ribassare l’Iva e incentivare la diffusione dei lettori più avanzati potrebbero aiutare. La cultura digitale farà il suo corso, anche in Italia, ma per il momento (e ancora per un po’) le borse dei passanti continueranno a traboccare di romanzi cartacei.

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