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Kate Moss e l’autobiografia… fotografica

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Il libro che racconta Kate Moss, modella e corpo simbolo di vent’anni di cultura po p, non poteva che essere fotografico. L’immagine o, meglio, una serie di immagini scelte dalla protagonista ne ricostruiscono la carriera e le derive. Il volume diventa così un’autobiografia autorizzata in cui la 38enne inglese riassume due decenni passati tra passerelle, pagine dei tabloid e mondo dell’arte. Dal ritratto sul mensile The Face , che a 16 anni la lanciò, alla campagna di Calvin Klein, che nel 1995 la consacrò icona planetaria. Il suo aspetto trasandato, il suo fisico emaciato, segnarono un’epoca, e la modella (ottima promotrice di sé, tra cinismo e sfrontatezza) ne è consapevole. L’autobiografia, intitolata semplicemente The Kate Moss Book , ripesca foto da pret a porter ma anche scatti da rivista per parrucchieri, con Johnny Depp, Tim Burton, Pete Doherty a sfilarle accanto, fidanzati da copertina come gli scandali per abuso di sostanze stupefacenti. Tutto è immagine, ancor di più il successo : ecco perché c’è della genialità, commerciale e non solo, nel fenomeno Moss. Come ammettere a 38 anni che il tatuaggio sul coccige è un’opera del celebre pittore Lucian Freud. Un’assicurazione impressa sulla pelle, in pratica, e un nuovo richiamo ai media di mezzo mondo, che ovviamente hanno abboccato come pesci. La popolarità, a certi livelli, è quasi un’arte. Il corpo è il messaggio.

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