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l gran rifiuto dell’Italia

Da uno studio statistico pubblicato da Eurostat, dal 2004 al 2020 la quantità di rifiuti riciclati è aumentata in modo significativo: da 870 milioni di tonnellate nel 2004 ai 1.221 milioni di tonnellate del 2020.
Nello specifico, significa che sono state prodotte 4,8 tonnellate di rifiuti per abitante dell’UE, per un totale di circa 2.029 milioni di tonnellate di rifiuti.
Di questi oltre la metà, il 60 %, è stata trattata in operazioni di recupero:
– riciclaggio 39 % del totale dei rifiuti trattati;
– riempimento 15 % (operazione di recupero in cui i rifiuti idonei sono utilizzati a fini di bonifica in aree scavate o per scopi ingegneristici nel paesaggio);
– recupero energetico 6%.
In contemporanea è diminuita la quantità di rifiuti destinati allo smaltimento: da 1.027 milioni di tonnellate nel 2004 a 808 milioni di tonnellate nel 2020.
Questo 4% restante viene collocato in discarica (31%), incenerito senza recupero di energia (1%) o smaltito in altro modo (8%).
Esiste una grande differenza fra gli Stati membri sui metodi di trattamento dei rifiuti tra lo smaltimento in discarica e il riciclaggio e su questo l’Italia è lo Stato, tra i 27 dell’Unione Europea, che ha il tasso di riciclaggio più alto, con l’83%.
Lo smaltimento in discarica è anche la maniera di trattamento prevalente per tanti paesi: la Romania ha valori del 93% di discarica e 5% di riciclaggio, la Bulgaria 92% di discarica e 8% di riciclaggio e perfino in Finlandia l’84 % dei rifiuti finisce in discarica e il 10 % viene riciclato.
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