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Il film sulla biblioteca di Umberto Eco sbarca in America

Umberto Eco - La biblioteca del mondo - manifesto

Umberto Eco - La biblioteca del mondo - manifesto

Il regista Davide Ferrario e l’attrice Zoe Tavarelli presenti alla prima delle proiezioni a New York, presso il Film Forum, storico trampolino per il cinema indie.

Il docufilm Umberto Eco – La biblioteca del mondo diretto da Davide Ferrario, ha inaugurato il suo percorso distributivo negli USA. È partito, alla presenza del regista e dell’attrice Zoe Tavarelli, con una proiezione al Film Forum di New York City, storico spazio attivo dal 1970 per la presentazione e la promozione del cinema indipendente statunitense e internazionale. Poi, grazie alla distribuzione di The Cinema Guild”, viaggerà anche nel resto del Paese. La distribuzione in America offrirà al progetto la possibilità di concorrere per l’Academy Award nella sezione documentari, percorso che il regista Davide Ferraio aveva già intrapreso nel 2007 con “La Strada di Levi”.

Come è nato il film

Davide Ferrario aveva collaborato con Umberto Eco per una videoinstallazione per la Biennale Arte di Venezia nel 2015, un anno prima della morte del Professore. Allora ebbe occasione per la prima volta di entrare nella sua casa-biblioteca, a due passi dal Castello Sforzesco di Milano, e chiese subito di girare una scena con lui che camminava in mezzo ai corridoi pieni di libri: più di 30.000 volumi contemporanei e 1.500 libri rari e antichi. Quella stessa scena fece il giro del mondo un anno dopo, nel 2016, quando Umberto Eco morì, forse perché coglieva il senso della sua vita e della sua sconfinata cultura.

Umberto Eco e Davide Ferrario

Adesso quella passeggiata fra le pagine compiuta dal grande semiologo apre il film realizzato anche grazie al supporto della famiglia, che desiderava lasciare una testimonianza della casa-biblioteca-studio che Umberto e Renate Eco avevano creato nel tempo e nella quale la famiglia ha vissuto per oltre trent’anni. I libri, infatti, sono stati oggetto di un’enorme donazione a diversi enti culturali pubblici e la famiglia Eco desiderava che si mantenesse almeno una traccia visiva di un luogo così prezioso e singolare.

Un’immagine della biblioteca di casa Eco a Milano

Il senso di una vita, il senso del mondo

Il film parte, dunque, dalla lunga intervista inedita girata per la Biennale e utilizzata solo in parte per la videoinstallazione. Poi, integra altre interviste, conferenze e dichiarazioni di Eco esclusivamente in relazione ai libri. Questo ha consentito di comprendere come il concetto stesso di biblioteca sia stato la forza propulsiva del suo pensiero. Il risultato è un documentario che non solo descrive un luogo straordinario, ma cerca di afferrare il senso stesso dell’idea di biblioteca in quanto “memoria del mondo”, come la definiva lo stesso Eco.

Dopo essere stato proiettato in anteprima mondiale allo scorso Festival del Cinema di Roma e distribuito in Italia nel marzo 2023, il docufilm continua il suo percorso in numerosi festival europei – selezionato in concorso al prestigioso Festival di Karlovy Vary, ad esempio – conseguendo ottimi risultati anche in termini di vendite internazionali. E c’è da scommettere che, vista la meritatissima fama del Professore in giro per il mondo e a Hollywood per Il nome della rosa, attirerà grande attenzione anche da parte dei cinefili americani.

di Daniela Faggion

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