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La biodiversità botanica italiana; da grandi risorse derivano grandi responsabilità

biodiversità botanica

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L’Italia ospita una straordinaria ricchezza di biodiversità botanica, “frutto” della variabilità di habitat che caratterizza il Paese, composto da ambienti alpini, continentali e mediterranei, oltre a moltissime isole, ricche di endemismi; il numero di piante presenti nel nostro Paese è il più elevato d’Europa, e oltre il 10% delle specie si trova solo nel nostro territorio. 

Di queste, 104 specie vegetali sono state incluse nella Direttiva Habitat del Consiglio delle Comunità Europee, nata per salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato.

Però, secondo l’ultimo report sullo stato di attuazione della Direttiva, 58 di queste specie sono in cattivo stato di conservazione, come la testa di drago, la genziana ligure e la sassifraga del monte Tombea, la Primula di capo Palinuro, la bocca di leone di Linosa, il ginestrone delle Isole Eolie, la felce gigante della Sicilia e il Ribes della Sardegna.

Per rispondere a questa emergenza è nato il progetto LIFE Using SEED banks to restore and reinFORCE the endangered native plants of Italy  (SeedForce), un progetto finanziato dalla Commissione europea che punta a recuperare e rafforzare le popolazioni di piante autoctone italiane in via d’estinzione grazie alle banche dei semi.

Il progetto sarà attuato in 10 regioni italiane (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Veneto), in Francia (Provence-Alpes-Côte d’Azur), Malta e Slovenia e vede come capofila il MUSE – Museo delle scienze di Trento e come partner  il Dipartimento di Biologia Ambientale – Sapienza Università di Roma, il Conservatoire botanique national méditerranéen de Porquerolles, il Parco Monte Barro, Legambiente ONLUS, l’Ente Parco Nazionale della Maiella, l’Università di Ljubljana, Biotechnical faculty- Botanic garden, l’Università di Malta, l’Università degli Studi di Cagliari, l’Università degli Studi di Catania, l’Università degli Studi di Genova, l’Università degli Studi di Palermo, il Centro di Ateneo Orto Botanico dell’Università di Padova, l’Università degli Studi della Tuscia – Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche e l’Università di Udine. 

Il progetto è inoltre cofinanziato dal Ministero dell’Ambiente, Cambiamenti climatici e Pianificazione (MECP) e dalla Rete Italiana Banche del germoplasma per la conservazione ex situ della flora spontanea italiana.

di Arman C. Mariani

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