Le Nazioni Unite hanno deciso che dal 2026 si festeggerà ogni anno il 16 novembre. Iniziativa partita dall’Italia
Dall’anno che sta per cominciare ci sarà in calendario una nuova giornata mondiale: quella dedicata alla dieta mediterranea, che cadrà il 16 novembre. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione che istituisce la nuova ricorrenza su iniziativa promossa dall’Italia, che ha anche seguito il negoziato, insieme a un gruppo di Paesi del Mediterraneo (Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Libano, Marocco, Portogallo, San Marino, Spagna e Tunisia).
La data scelta richiama un precedente istituzionale: il 16 novembre 2010, a Nairobi, il Comitato intergovernativo Unesco approvò l’iscrizione della Dieta mediterranea nella Lista del Patrimonio culturale immateriale. La nuova giornata Onu si colloca dunque sull’anniversario di quel riconoscimento e cadrà dunque a pochi giorni dall’anniversario della proclamazione della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità (10 dicembre 2025).
Che cosa intende la scienza per “dieta mediterranea”, al di là dell’etichetta culturale? Nella letteratura biomedica e nei documenti di sintesi, il termine indica un modello alimentare con questi tratti ricorrenti: prevalenza di alimenti vegetali (frutta e verdura, legumi, cereali spesso integrali, frutta a guscio e semi), olio d’oliva come principale fonte di grassi, consumo regolare di pesce, uso più contenuto di latticini e carni bianche, e riduzione di carni rosse, zuccheri aggiunti e grassi saturi.
Accanto a questa descrizione “nutrizionale”, l’Unesco ricorda che la Dieta mediterranea è anche un insieme di saperi e pratiche (coltivazione, pesca, trasformazione, cucina) e, soprattutto, un modo di condividere il cibo come elemento di identità e socialità. In questa cornice, la FAO ha accolto la scelta dell’Onu come occasione per aumentare attenzione e consapevolezza su diete sane, sostenibilità e tradizioni territoriali, in linea con gli obiettivi di sicurezza alimentare e nutrizione.

