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La musica suona digitale

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Sono arrivati quasi tutti in Italia. L’ultimo in ordine di tempo è Google Play Music , il negozio di musica digitale del motore di ricerca. Che è pronto a sfidare la posizione consolidata di Apple iTunes, ma anche il recente concorrente Amazon Mp3. E per farlo ha adottato una politica dei prezzi piuttosto aggressiva. Sulla piattaforma di Mountain View infatti è possibile acquistare canzoni, album e cofanetti digitali, esattamente come negli altri store: ma spesso sono presenti molte offerte e i prezzi per ora tendono a essere leggermente inferiori. Il catalogo è piuttosto ampio e comprende tutte le major discografiche, anche se da parte dell’industria musicale non sono mancate le frecciate contro Google in generale, accusata di essere troppo blanda nei confronti della pirateria. Quella musicale è solo una delle varie sezione di Play, che vende anche libri, giochi, app. Si possono comprare sia singoli (con prezzi che vanno in media dagli 0,99 agli 1,29 euro) sia album. Se si confrontano quelli più venduti in questo momento in Italia sui negozi digitali, ad esempio, si scopre che in molti casi Google Play Music offre il prezzo migliore. Le canzoni così acquistate vanno a finire nella sezione “La mia musica”, un player via web: per gestire le tracce, i download e gli upload occorre scaricare un programma, attraverso il quale si può anche copiare sulla nuvola, cioè sullo spazio cloud, la propria collezione musicale. E da questo punto di vista la Big G è piuttosto generosa: si può fare l’upload gratuito di 20mila brani. Insomma, si possono riversare sul cloud storage di Google anche le canzoni presenti nel proprio iTunes , per poi ascoltarle in streaming via web, oppure attraverso un’app per Android. Qualche settimana fa anche la multinazionale di Jeff Bezos aveva lanciato il suo negozio di musica online, e cioè Amazon Mp3 , insieme al lettore Cloud Player. Lo store propone 3 milioni di brani dalle quattro major, ed è senza protezione Drm, cioè senza lucchetti digitali. Prezzi anche qui a partire in genere da 0,99 a singolo. Gli acquisti sono salvati gratuitamente su Cloud Player, un archivio virtuale e un riproduttore musicale cui si accede via web o da mobile e che supporta sia iOs, il sistema operativo di iPhone, che Android. Ma sulla nuvola di Bezos si possono caricare anche i brani di altri negozi: gratis fino a 250 e fino a 250mila canzoni se si paga un abbonamento annuale di circa 25 euro. Anche Apple fornisce un servizio di sincronizzazione e di streaming della propria musica attraverso iTunes Match : costa 24,99 euro all’anno e consente di salvare online, in modo da averle sempre a disposizione, circa 25mila canzoni. Insomma, la musica digitale da un lato punta ormai a essere ubiqua nella sua fruizione; dall’altro cerca di legarsi ad hardware e a pacchetti e a proposte speciali per differenziarsi dalla concorrenza di un’offerta sempre più ampia. Diventando così anche il condimento che rende i dispositivi tech più saporiti. Così si spiega l’iniziativa di Hp e del suo nuovo servizio Connected Music : chi acquisterà i computer della nota marca col nuovo sistema Windows 8 potrà ascoltare in streaming e gratuitamente tutti i brani del catalogo Universal per 90 giorni. E chi comprerà un prodotto di fascia alta, come i modelli Spectre o Envy, potrà scaricare dieci mp3 al mese per un trimestre. Ma l’idea è anche di realizzare iniziative speciali riservate ai clienti. Ad aggiungersi al movimentato scenario è anche l’attesa, ormai spasmodica, dello sbarco italiano di Spotify , il noto servizio di streaming musicale che da tempo fa faville nel Nord Europa. Per ora aperto e accessibile solo a una fascia ristretta di utenti tricolori, il suo arrivo è previsto per l’inizio del 2013. L’ascolto delle canzoni è gratuito entro certi limiti; ma pagando un abbonamento di qualche euro diventa illimitato. E con qualcosa di più si possono ascoltare le playlist anche offline. Il suo concorrente, già arrivato in Italia, è Deezer , che però gratuitamente permette solo di ascoltare le anteprime.

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