La normativa per eliminare il materiale cartaceo a favore del digitale prende sempre più una forma definita anche nella pubblica amministrazione. I vantaggi di questo cambiamento sono evidenti in termini sia di efficienza sia di risparmio economico, ma la carta regna ancora sovrana. E’ quanto emerso dal convegno sul tema “e-government, e-democracy”, organizzato da Siav a Milano con il patrocinio del Cnipa. ” C’è una scarsa fiducia nel documento informatico “, ha spiegato Pierluigi Ridolfi, già componente del Cnipa e presidente della Commissione per la dematerializzazione. E’ d’accordo Carlo Notarmuzi, dirigente generale Ufficio politiche per la digitalizzazione della PA – Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie: ” L’attuazione del codice dell’amministrazione digitale presuppone un grande cambiamento di cultura, di mentalità “. Durante l’incontro si è discusso anche degli aspetti legati a questioni normative e tecniche Per Alfieri Voltan, presidente di Siav, nella Pa manca un reale meccanismo di misurazione dell’efficienza. “Secondo la classifica della Banca centrale europea l’Italia è al ventitreesimo posto per l’efficienza della pubblica amministrazione con un indice di autoreferenzialità, vale a dire il numero di persone impiegate per far funzionare la struttura interna di un ente, del 46% – ha affermato Voltan -. Questi dati applicati a un’azienda privata la porterebbero rapidamente al fallimento”. Per superare questo problema occorre “una forte introduzione dell’IT nella PA ” aggiunge Voltan, come stabilito nelle linee strategiche del ministro per le Riforme e l’Innovazione nella PA Luigi Nicolais, “e in particolare la reingegnerizzazione dei processi di servizio”. Una gestione elettronica dei documenti porterebbe benefici sia ai cittadini sia all’organizzazione stessa della pubblica amministrazione : “Il lavoro è più semplice ed efficiente ed è possibile misurare le performance in modo oggettivo in modo da poter incentivare i comportamenti eccellenti nella PA”, ha spiegato Voltan. Notarmuzi sottolinea che l’obiettivo “è quello di informatizzare l’azione amministrativa, non la pubblica amministrazione: bisogna dare modo a ciascun operatore amministrativo, indipendentemente dall’ufficio nel quale lavora, di avere a disposizione un codice valido per gestire al meglio ogni processo utilizzando il digitale”.
La Pa non osa in tema di e-government

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