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LA PA è POCO TECNOLOGICA

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Gli investimenti in information technology della Pubblica amministrazione italiana sono limitati. Si aspetta il nuovo governoL’Italia investe ancora poco in tecnologia nel settore della Pubblica amministrazione. E’ quanto emerso nel corso del Forum Pa di Roma. Un’indagine di AITech-Assinform rileva che “malgrado gli sforzi compiuti nell’e-govern­ment e nella banda larga, la Pubblica amministrazione italiana non solo continua a spendere poco e male in tecnologie informatiche rispetto a quanto avviene nei paesi europei nostri concorrenti, ma una parte sempre più rilevante della spesa pubblica in It è assorbita dalla stessa Pa”. La domanda pubblica non spinge l’offerta di servizi innovativi qualificata, “per trasformarsi in uno strumento di condizionamento politico del mercato, a discapito della crescita e della competitività del sistema”. L’indagine ha analizzato i bilanci delle principali aziende d’Information Technology a capitale pubblico, di cui 30 espressione di enti locali e una realtà nazionale. Cresce l’affidamento in house a società pubbliche costituite ad hoc, di servizi informatici interni e di infrastrutture di telecomunicazioni, che arriva a coprire il 46% della domanda pubblica a livello locale. “L’affidamento in house costituisce un fattore di estrema criticità a livello locale – afferma il presidente di AITech-Assinform Ennio Lucarelli – dove la ‘protezione pubblica’ verso le proprie aziende finisce per mettere fuori dal gioco dello sviluppo soprattutto le piccole società, che costituiscono la gran parte del tessuto imprenditoriale dell’It, e di renderle troppo deboli nei confronti di una committenza pubblica (amministrazione più azienda pubblica), che è in conflitto d’interessi con se stessa. Dall’altra il rilevante potere politico e le disponibilità economiche di queste stesse società pubbliche le favoriscono nella partecipazione in altre regioni a gare condotte da strutture “consorelle, allargando i confini di un circolo vizioso e non virtuoso”.La spesa totale nazionale in It ammonta all’1,9% del Pil, contro il 3,8% degli Stati Uniti e il 3% della media europea. L’Italia è un grande importatore di tecnologie e servizi informatici. La spesa in It sostenuta dalla Pa italiana è pari a 2.951 milioni (anno 2004, equivalente al 12% della spesa totale) contro i 5.175 milioni della Francia, i 5.964 milioni della Germania e gli 8.815 milioni dell’Inghilterra. Secondo AITech-Assinform la spesa totale della Pa colloca l’Italia al settimo posto, mentre la spesa pubblica It in rapporto al Pil fa crollare il nostro paese al quindicesimo posto della classifica europea. La Pa italiana spende 51,3 euro in informatica per abitante, rispetto ai 147 del Regno Unito, ai 96 dell’Olanda, agli 86 della Francia, ai 72 della Germania, ai 63 dell’Irlanda e ai 56 della Spagna. Lucarelli chiede alle forze politiche e al governo “un segnale importante di volontà di rinnovamento attraverso la definizione di una chiara linea di condotta sulla presenza pubblica nell’economia dei servizi innovativi di mercato”.Per il presidente di Federcomin e Fita, Alberto Tripi, “l’affidamento diretto senza fare ricorso alle gare ha risvolti negativi sia sul fronte della domanda sia su quello dell’offerta”. In questi settori sarebbe “invece, auspicabile un ricorso maggiore alla gara a evidenza pubblica per facilitare la concorrenza per il mercato. Sarebbe inoltre necessario, sin da subito, applicare il divieto di partecipare a gare per chi è già gestore di servizi pubblici con affidamento diretto”.• Simona Montella

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