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La paura, regina delle serie per la tv

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Omicidi, rapimenti, scene pulp che nulla lasciano all’immaginazione, telefilm a forti tinte thriller, la paura in ogni declinazione tiene banco nelle serie televisive che arrivano in Italia soprattutto da Stati Uniti e Gran Bretagna. Da Dawson’s Creek a  The Vampire Diaries, da  Fringe a  The Following fino ad arrivare al  Il trono di spade. Per non essere da meno in tema di killer psicopatici, è in arrivo in Italia Hannibal , la serie Nbc, prequel del Silenzio degli Innocenti. Creata da Bryan Fuller e dedicata al genio del male, il dottor Hannibal Lecter (interpretato da Mads Mikkelsen), ma il vero protagonista è l’agente dell’Fbi Will Graham, un bravissimo Hugh Dancy.  Per gli appassionati di serial killer e simili  The Following è stato tra le serie di cui più si è parlato nell’ultima stagione grazie anche alla valanga di ascolti negli Usa. Protagonista Kevin Bacon nei panni di un agente dell’Fbi alle prese con un serial killer che si ispira a Edgar Allan Poe e agisce grazie a una rete di seguaci adescati via internet.  La serie-evento è stata ideata come un gioco di scatole cinesi che già alla fine della prima stagione sarà da apripista per la seconda. Non è detto che tutto il cast riappaia. Tra i volti più interessanti della serie emerge senza apparente clamore Annie Parisse. Il suo personaggio, Debra Parker, guarda più che altro le spalle del detective protagonista Ryan Hardy, ma non è da sottovalutare. E’ il collante tra l’intuito spesso senza regole di Hardy e l’autorità costituita, nonché prodiga di scheletri nell’armadio che si presume possano debordare da un momento all’altro.  Ma a dare il via a questa nuova ondata del terrore, però, sono stati i creatori di Glee, Ryan Murphy e Brad Falchuk, con American Horror Story, di cui è da poco finito il secondo capitolo, Asylum, e che tornerà ad ottobre con il terzo. Ma non è finita, perchè la rete A&E ha pensato bene di dedicare un prequel a un altro famigerato assassino del cinema, Norman Bates di Psycho. E così ha prodotto Bates Motel , con Freddie Highmore nei panni di Norman adolescente e Vera Farmiga in quelli di sua madre Norma: ossessiva, morbosa e con una certa predilezione per i coltelli. Insomma la tendenza a mostrare scene crude e violente è sempre più praticata nelle serie tv. Anche senza sfociare nell’horror, basta pensare a serie ormai di culto come il Trono di Spade , dove fioccano teste tagliate, mani mozzate, gente torturata e bruciata. E visto che gli ascolti non mentono, evidentemente una buona fetta di pubblico apprezza. Ormai fenomeno mondiale, tra sesso e violenza visto malvolentieri sul servizio pubblico dall’Aiart, che chiedono la cancellazione alla Rai, lo show prodotto dalla Hbo è diventata la serie televisiva più scaricata illegalmente, oltre ad essere una delle più riconosciute e apprezzate da pubblico e addetti ai lavori. Il sito specializzato Vulture ha stilato un personale elenco dei i drammi script che sono andati in onda in questa stagione o torneranno nella prossima e che, in almeno un’occasione, hanno rappresentato o descritto in dettaglio uno stupro o omicidio: tra questi spiccano, 666 Park Avenue; 90210; American Horror Story; Army Wives Army; Arrow; Banshee; Bates Motell; La Bella e la Bestia; Being Human Blue Bloods; Body of Proof; Bones; Boss; Da Vincìs Demons; Il trono di spade, Doctor Who, eelementary, fringe, Hannibal , ma anche   Grey’s Anatomy, Hannibal Hawaii Five-0, Homeland e tanti altri. Alcune sono serie che nascono e vivono sotto i migliori auspici, osannate e sostenute sempre e comunque, seguite con maniacale attenzione o totale partecipazione emotiva. Altre invece vengono bollate quasi subito, abbandonate, confinate in un angolo del piccolo schermo dove vivacchiano sempre sull’orlo della cancellazione. E’ questo secondo il caso di Fringe , attesa serie sci-fi firmata J.J. Abrams che pur al suo debutto nel 2009 aveva mantenuto una buona media di dieci milioni di spettatori per tutta la sua prima stagione. Una partenza lanciata che non ha retto la prova della lunga distanza: già dopo la premiere della stagione successiva, gli spettatori erano praticamente dimezzati, costringendo la Fox e gli autori a riflessioni e decisioni continue, fino all’episodio finale andato in onda lo scorso gennaio in Usa. E non dipende dalla qualità, non solo da quella almeno. Perchè quella, sia in termini di scrittura che di interpretazione e messa in scena, è sempre stata elevata. Qual era allora il problema? La struttura altamente episodica dello show, che aveva sporadica continuità orizzontale aveva iniziato a stancare già da un po’ e i correttivi in tal senso sono arrivati troppo tardi.

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