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La piazza dice no alla legge bavaglio

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“Oggi si inaugura la giornata della resistenza civile del 21esimo secolo che mai avremmo pensato di inaugurare. Non la faremo clandestinamente ma alla luce del sole ripeteremo che la libertà è un bene fondamentale, che è conoscenza, chi considera l’informazione un pericolo sarà sconfitto” Con queste parole, il segretario della Fnsi Franco Siddi ha dato il via nel pomeriggio del 1 luglio alla manifestazione contro il ddl intercettazioni che si è svolta a Roma. L’adunata di protesta in Piazza Navona, promossa proprio dalla Federazione nazionale della stampa, è stato l’evento principale di una giornata dedicata al dissenso verso il disegno di legge, che il 29 luglio passerà al vaglio della Camera: “Il ddl è squilibrato e ingiusto – ha aggiunto Siddi – e la battaglia andrà avanti, anche usando armi di disobbedienza civile […]. Se non ci fosse stata la casta da tutelare, la maggioranza non avrebbe mai fatto questa legge. I giornalisti vengono espropriati perché lo Stato diventa censore” Sulla stessa linea lo scrittore Roberto Saviano, che ribadisce una convinzione comune tra i manifestanti: “ Non è vero che questa legge difende le telefonate tra fidanzat i, il suo unico scopo è impedire di conoscere ciò che sta accadendo, che il potere venga raccontato” . Giornalisti, politici dell’opposizione, esponenti del mondo dello spettacolo, comuni cittadini hanno deciso ieri di scendere in piazza contro un disegno di legge che penalizza l’informazione e ancor di più la magistratura. La protesta ha avuto eco anche oltreconfine , a Bruxelles, dove gli europarlamentari dell’Italia dei valori hanno occupato simbolicamente una sala “per sostenere la manifestazione contro la legge bavaglio”

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