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LA PUBBLICITà NON è ANCORA ONLINE

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L’advertising in rete in Italia rappresenta il 2% degli investimenti. Secondo Iab non basta e punta al 10% per il 2010. Se ne parla a MilanoIl mondo del web italiano ha celebrato se stesso nel corso di due giorni a Milano. Il capoluogo lombardo ha ospitato lo Iab Forum 2006, il convegno sulla pubblicità interattiva in Italia. A fare gli onori di casa Layla Pavone, presidente di Iab (Interactive Advertising Bureau) Italia. Fra convegni, workshop, stand e presentazioni, la due giorni milanese ha attirato circa duemila persone. L’evento, per rispettare il tema del convegno, ha avuto anche una declinazione online. Un blog ufficiale dello Iab ha consentito di seguire parte dei lavori sul web grazie a commenti e contributi video. Un altro blog ha messo in rete i podcast di alcuni relatori e commenti sono online anche sul blog dell’Adci. Molti gli ospiti presenti e i dati sciorinati a sostegno della tesi che la pubblicità online funziona e sta crescendo per tutti i settori.Pavone ha sottolineato come ormai in Italia ci siano venti milioni di utenti internet. “Circa il 60% fa uso della banda larga. Si spendono in media 17 ore del media budget mensile su internet, contro le 10 ore di luglio 2005. Le connessioni veloci favoriscono la crescita dei consumi online”. Internet è usato “anche come strumento di informazione e per alcune fasce è il principale per acquisire informazioni su prodotti che possono essere acquistati online e anche offline. Serve inoltre per entrare in relazione con le istituzioni”. La rivoluzione digitale non solo tocca il terreno dei media ma influenza anche gli atteggiamenti del nuovo consumatore che chiede “di esercitare un controllo più attivo e partecipativo. Cambia il ruolo stesso della comunicazione pubblicitaria” sottolinea Pavone. Internet è “uno strumento che integrato con altri media aiuta a costruire l’immagine di marca”. In Italia le previsioni di fine anno stimano gli investimento online in crescita del 50% a circa 215 milioni di euro. “Sono ancora pochi: sono solo il 2% della torta degli investimenti sui media classici”. Ci sono però anche altre forme che stanno crescendo con ritmi interessanti: il search advertising (130 milioni), il directory e classified advertising (130), il mobile advertising (15). L’obiettivo è di portare su internet il 10% della raccolta pubblicitaria entro il 2010, come suggerisce lo slogan di Iab ‘Ten before ten’. Secondo Marco Testa, presidente di Assocomunicazione, “i mercati sono conversazioni e internet e la pubblicità interattiva sono un’opportunità per tutte le marche di conversare con i loro clienti e viceversa”.Il blogger e ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni ha sottolineato l’importanza dello sviluppo della banda larga. “Bisogna mettere assieme diverse risorse dello Stato”. Il primo passo è la costituzione di “una cabina di regia tra i tre ministeri che si occupano di questa questione, che si interesserà del monitoraggio dello sviluppo della banda larga e si concentrerà soprattutto sulla sua diffusione a vantaggio delle piccole e medi imprese”. Per Gentiloni il futuro della tv è “digitale e il protocollo internet avrà una fetta sempre più grande nei prossimi anni”. Secondo il ministro “l’esperienza di paesi più avanzati del nostro mostra che l’online non porta via porzioni di budget ai mezzi classici ma piuttosto si amplia la torta pubblicitaria”. Paolo Duranti, direttore Nielsen Media Research, sottolinea che “le 1.553 aziende che investono in pubblicità online spendono mediamene per una campagna su Internet 72 mila euro, pari praticamente all’investimento medio fatto sui periodici”. I settori che più usano la pubblicità online sono tlc, finanza e assicurazioni, tempo libero, turismo. Il segmento del Largo Consumo, che rappresenta il 30% sui mezzi classici, è solo al 5% su internet. Il 37% delle aziende investe solo sul web, mentre il 63% usa la rete in sinergia con altri mezzi. Danny Meadows Klue, ceo Iab Europe, ha invece spiegato che nel Regno Unito gli utenti passano sul web circa 40-50 giorni all’anno, si avviano cinque nuove connessioni broadband al minuto e gli investimenti pubblicitari online rappresentano il 10,5% del totale.• Simona Montella

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