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La ricchezza della terra da preservare; nasce il Manifesto per la salvaguardia delle antiche sementi della tradizione italiana

sementi_italiane

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Al recente pre-vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari è stato ricordato come con l’emergenza Covid il cibo sia diventato la prima ricchezza dell’Italia, per un valore pari al 25% del Pil con 538 miliardi di euro lungo l’intera filiera agroalimentare dal campo alla tavola e ben 4 milioni di lavoratori impegnati in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.

Una ricchezza che come tale deve essere protetta perché una produzione agroalimentare sempre più concentrata sulle varietà ad alta capacità di rendimento determina un impoverimento delle varietà vegetali. Basti pensare come oggi in Sicilia, una delle prime regioni italiane per produzione di grano e l’unica in cui si concentra il 25% della biodiversità agraria presente in tutta Europa, la metà del grano prodotto sia di una sola specie.

L’impegno dell’Italia nel tutelare la biodiversità e valorizzare le antiche sementi della tradizione italiana e del Mediterraneo, supportando la redditività delle piccole aziende agricole, ha portato alla definizione del Manifesto per i semi antichi italiani e le loro filiere, promosso da Avasim, l’Alleanza per la Valorizzazione delle Antiche Sementi Italiane e del Mediterraneo, per la ricerca e la promozione di tutte filiere delle sementi, cerealicola, orto-frutticola, vitivinicola, erbe aromatiche, oleose e officinali.

«AVASIM è un consorzio internazionale che aggrega tutti gli attori delle filiere agroalimentari delle antiche sementi italiane. Siamo convinti che la nostra heritage seeds economy dei semi antichi autoctoni sia una risposta alle attuali sfide della sostenibilità, in quanto filiera legata a doppio filo all’ambiente, alla storia di luoghi unici, alla qualità, ai saperi e alle tradizioni contadini, alla cultura di scambio e di reciprocità tra comunità e generazioni», sottolinea Alessia Montani, presidente del consorzio.

 

di Arman C. Mariani

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