Questione di punti di vista: davanti oppure dietro la macchina da presa. Stefania Sandrelli, dopo una vita spesa al sodale dei più importanti registi italiani, ha deciso di ribaltare i ruoli canonici e darsi alla regia. Una scelta non facile ma, a quanto dice lei, naturale: “Già 20 anni fa sarei voluta passare dietro la macchina da presa – spiega – avevo un progetto, ‘Buongiorno amore’. Ma nessuno ci ha creduto e ho lasciato perdere”. Ieri, invece, ‘Christine Cristina’ (sua opera prima) è stato presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma , nella sezione fuori concorso: storia di un personaggio complesso e misconosciuto, quello di una poetessa, madre e vedova alle prese con le amarezze e i divertimenti medievali della corte di Carlo V. La protagonista è interpretata da Amanda, 44enne figlia della Sandrelli. Un film non semplice da inscenare , anche se lo stile pulito, quasi scolastico data anche la poca esperienza nel ruolo, della neo-regista rende la storia (di per sé piuttosto scura) più accessibile. Una pellicola intima e femminile, che le vicende di Cristina dall’infanzia alla morte senza mai essere altisonante, come fa notare la stessa Sandrelli: “Mi sono sempre piaciute le cose piccole. Il mio voleva essere un Medioevo diverso, fatto di colori, di intimità, di ninnananne” Qualcuno già parla di femminismo ante litteram , rintracciabile nella figura della protagonista e in alcuni risvolti della trama. “Volevo frugare da dove veniamo, noi donne, un film femminile più che femminista – spiega la regista, che poi torna sulla sua ‘nuova’ carriera e sulla necessità di passare al di qua della macchina da presa – Ho rubato per quasi 50 anni tutto quello che ho avuto la fortuna di osservare. Ho vissuto sui set di grandi autori, come Germi, Monicelli, Comencini, Bertolucci. Li spiavo e molto di loro mi è rimasto dentro”
La Sandrelli per la prima volta regista, a Roma

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