Spirano venti di guerra in Siria, pomo della discordia mondiale dopo mesi di guerra civile. I ribelli vorrebbero spodestare il regime di Assad, che resiste e risponde con feroci rappresaglie. Il governo di Damasco avrebbe usato armi chimiche contro gli oppositori: difficile verificare quanto accaduto, ma certo “La Siria è il punto di volta globale” , come titola un editoriale di The Washinton Post e l’ipotesi di un nuovo conflitto è quanto mai prossima. “Guerra o non guerra?” , si chiede un articolo del Los Angeles Times . Gli americani vorrebbero intervenire militarmente per bloccare Assad, anche senza l’appoggio dell’Onu: la Francia è d’accordo, mentre la Gran Bretagna vorrebbe aiutare l’alleato storico ma il Parlamento ha votato contro la risoluzione militare. “Washington e Parigi all’attacco di Damasco” , dice l’agenzia France Presse , spiegando la linea interventista di Obama e Hollande. “Cameron non ha carte da giocare sulla Siria” , spiega invece Bbc . Cina e Russia si oppongono al raid e chiedono il rispetto delle procedure Onu: “Gli ispettori al lavoro con l’ombra della guerra” , scriveva qualche giorno fa Liberation , raccontando la frenetica attività di verifica sulla presenza di armi chimiche in Siria. In caso di risposta affermativa, la reazione sarà inevitabile. Putin però non si arrende e “avverte l’Occidente dei rischi di un attacco” ( The Wall Street Journal ): se non ci saranno prove evidenti dell’uso di gas nervino da parte di Assad, Mosca potrebbe reagire. Le dichiarazioni del presidente russo, che secondo Usa Today ha definito il Segretario di Stato John Kerry “un bugiardo” , arrivano dal G20 di San Pietroburgo, dove la questione siriana ha relegato in secondo piano il dibattito sulla crisi economica internazionale. “La Siria oscura il summit del G20” , si legge su The New York Times , mentre secondo Le Figaro l’agenda dell’incontro “è stata completamente riscritta” . E se “Obama è nella tana del leone” ( Chicago Sun Times ), gli altri leader certo non sono più tranquilli, mentre “sale la tensione e il mondo guarda preoccupato” ( Boston Globe ).
La Siria è il punto di volta globale (The Washington Post)

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