Site icon Telepress

La social politica

Abstract futuristic world & technology business background and space for text, vector illustration

  I social network sono uno spazio per informarsi, ma hanno meno appeal per la partecipazione alle discussioni politiche: è un risultato del sondaggio del Pew Research Center che esplora i comportamenti del pubblico online. In particolare, rileva che le reti sociali sul web come Twitter, Facebook e Google+ sono “molto importanti” o “abbastanza importanti” nell’aggiornamento su temi politici per il 36% dei loro utenti. Eppure, otto iscritti su dieci dichiarano di aver pubblicato di recente poco o nulla che sia collegato ai dibattiti in corso. L’indagine è avvenuta negli Stati Uniti, dove manca poco più di un mese alle elezioni per la Casa Bianca.   Negli Stati Uniti la campagna elettorale in corso alimenta le conversazioni sui social media. Barack Obama, candidato del partito democratico alla Casa Bianca, firma messaggi che invia di persona sui social network con la sigla b.o., ma le discussioni con gli utenti avvengono soprattutto durante incontri sul web, come è accaduto nella community di Reddit, dove il presidente uscente degli Stati Uniti ha risposto in diretta alle domande. Mitt Romney, in corsa per i repubblicani, su Twitter condivide idee, discute il programma del rivale. Anche le principali testate giornalistiche, dal New York Times al Wall Street Journal al Washington Post, hanno una sezione dedicata a Usa 2012, dove si possono trovare tutti gli ultimi aggiornamenti con notizie, analisi e tante immagini, soprattutto nei giorni delle due convention, quella repubblicana di Tampa e quella democratica di Charlotte. Su relativi siti ci sono poi i blog dei giornalisti e degli esperti. Tra i più seguiti quello del politologo Larry Sabato o quello del popolare anchorman della Cnn Wolf Blitzer.    Ma si va votare di più se ce lo dice Facebook? E’ possibile che un messaggio virtuale, circolato nella rete delle proprie amicizie sul web influenzi in modo diretto e su larga scala comportamenti reali, a partire dalle elezioni politiche? Uno studio condotto dalla università della California di San Diego su milioni di utenti Facebook rivela come anche un solo messaggio possa fare la differenza. In questo caso, l’invito ad andare a votare visualizzato da oltre 60 milioni di utenti Facebook maggiorenni nel giorno delle elezioni americane per il rinnovo del Congresso del 2 novembre 2010. Che, secondo i calcoli dei ricercatori, ha sortito l’effetto di mandare ai seggi oltre 300mila persone. L’esperimento di James Fowler, docente di Scienze politiche al dipartimento di Scienze sociali della scuola di medicina dell’ateneo californiano evidenzia come il ruolo dei social network sia tutt’altro che secondario in quest’ambito, con effetti ampi e per nulla virtuali. Il professore e colleghi si sono concentrati su oltre 60 milioni di utenti che il giorno delle elezioni del 2 novembre 2010 negli Stati Uniti sono stati su Facebook. In cima alla pagina hanno trovato un messaggio che ricordava loro di andare a votare, con informazioni sui seggi, un pulsante cliccabile “Ho votato”, un contatore con il numero di quanti utenti Facebook dichiaravano di avere già votato e le immagini iconizzate di amici che avevano già cliccato il pulsante “Ho votato”.   Un gruppo di 600mila persone, circa l’1%, selezionato a caso, ha ricevuto lo stesso messaggio ma in versione modificata, meno social, senza cioè le immagini degli amici che dichiaravano di essere andati a votare, mentre un gruppo di controllo di altre 600mila persone non ha ricevuto alcun messaggio. Risultato? Incrociando i dati su Facebook con le liste di chi si è effettivamente presentato ai seggi, che sono pubbliche in diversi stati americani, i ricercatori hanno osservato che il messaggio ha avuto un effetto concreto spingendo gli utenti ad andare realmente a votare. E che i messaggi più efficaci sono risultati quelli più social, con le immagini dei propri amici che dichiaravano di aver già espresso la propria preferenza. Cifre non trascurabili, che possono condizionare l’esito elettorale, visto che ogni singola scheda può fare la differenza.     

Exit mobile version