Nel foyer del teatro meneghino incontriamo Alfonso Signorini, direttore della rivista settimanale Chi e conduttore del Grande Fratello VIP che commenta cosi l’opera capolavorodi Modest Musorgskij, Boris Godunov: “È la seconda volta che vedo il Boris. Sono venuto la prima volta avevo 14/15 anni. Ricordo che dirigeva Abbado. Io adoro i cori e in quest’opera il coro ha una parte davvero importante. È un’opera molto russa. Musorgskij non si è lasciato incantare dalle sirene di Verdi e dall’occidentalismo che a metà ottocento imperava. È un’opera bocciata dalla commissione imperiale e quindi è un’opera che mi sta molto simpatica. Ha un messaggio universale che è la solitudine del potere, un messaggio che vale anche oggi come allora e come sempre, perché il potere è solitudine”.
di Luisa D’Elia