Margaret Tatcher è morta lunedì 8 aprile 2013, a causa di un ictus. L’ex primo ministro britannico era malato da tempo e aveva 87 anni. La notizia ha immediatamente monopolizzato l’attenzione della stampa britannica: “Margaret Tatcher muore per un ictus” , ha titolato l’edizione web di The Sun , tabloid da sempre a favore delle politiche iper liberiste del leader conservatore. The Daily Beast offre invece una retrospettiva sulle azioni (politiche e non solo) che hanno caratterizzato l’era-Tatcher, tra il 1979 e il 1990. Iniziativa simile per The Huffington Post , la cui homepage offre una foto della Lady di Ferro con una didascalia funebre molto stringata: “Margaret Tatcher, 1925-2013” . “L’ultimo fuoco della Lady di Ferro” , dice invece un editoriale di The Independent , che ne ripercorre l’ascesa e la caduta. The Guardian ha deciso di seguire in diretta tutte le reazioni di amici e avversari storici, in una ridda di post e commenti tra i più disparati: personaggio discusso come pochi nella storia del Regno Unito, in undici anni di governo Tatcher provò a smantellare welfare e burocrazia britannica, privatizzando molte imprese statali e dando il via a riforme socio-economicche che rilanciarono l’economia, a discapito di una sempre più forte polarizzazione sociale. The Times , nel lungo coccodrillo, la definisce “il personaggio inglese più influente dal Dopoguerra a oggi” . Certamente la sua figura non sarà dimenticata: che si tratti di agiografi (magnati industriali e manager della City) o rivali acerrimi (i sindacati colpiti a morte dalle riforme, gli abitanti delle Falkland militarizzate, i nord irlandesi divisi da muri), tutti avranno un ultimo pensiero per lei.
La stampa britannica dice addio a Margaret Tatcher

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