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LA TV CAIMANO CHE SBRANA IL CINEMA…

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Possiamo per una volta pugnalare alle spalle uno dei nostri programmi preferiti, e esultare per il fatto che esso è talmente “di nicchia” da raccogliere in media solo 700.000 spettatori? Tanti sono quelli che anche giovedì 23 marzo hanno visto su La7 la puntata di “Otto e mezzo” dedicata a “Il caimano” di Nanni Moretti (nella foto). Ebbene, chiuse queste righe torneremo a scrivere che il rotocalco condotto da Giuliano Ferrara e Ritanna Armenni è uno dei rari appuntamenti imperdibili nell’odierno panorama televisivo, e “chissenefrega” degli ascolti! Ma oggi vogliamo dire che la suddetta puntata, con la sterile scusante di “voler stare sulla notizia”, ha rappresentato il massimo esempio della follia mediatica scatenata dall’uscita di un film. Torniamo sempre lì, a quell’insopportabile circolo autoreferenziale di chi se la canta (i giornalisti che da giorni si stavano preparando a far montare la polemica legata al film) e di chi se la suona (gli stessi giornalisti, poco desiderosi di spiegare agli italiani che un film di Moretti è un’opera d’arte, e come tale va giudicato senza strumentalizzazioni). Così si sono ottenuti due pessimi risultati in un colpo solo: aver sviato il dibattito pre-elettorale dagli argomenti che veramente devono interessare gli italiani (precariato del lavoro, urgenza casa, diritti civili, ecc.) e aver degradato la nobile arte cinematografica a macchietta. Certo, Giuliano Ferrara si è sforzato di condurre il dibattito di “Otto e mezzo” con sobrietà. Ma i giornalisti Pietrangelo Buttafuoco e Mariarosa Mancuso hanno parlato de “Il caimano” come se fosse un filmetto dei fratelli Vanzina, lasciando alla sempre brillante Lidia Ravera solo un piccolo spazio per la difesa. E’ sacrosanto il diritto di critica, si può legittimamente dire “a me il film non è piaciuto”, ma non può mancare il rispetto per uno dei più bravi registi del cinema italiano. Magari sarebbe stato meglio invitare anche dei critici cinematografici dello spessore di Claudio Carabba e Gianni Canova… La discussione di “Otto e mezzo” è invece piaciuta a Aldo Grasso, che dalle colonne del “Corriere della sera” ha così colto l’occasione per punzecchiare alcune sue storiche “vittime” (Vincenzo Mollica, Anna Praderio, Fabio Fazio) colpevoli di venerare Moretti. Insomma, l’uscita de “Il caimano” è servita pure a questo…

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