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La vita è un quiz? si se fa sbarcare il lunario

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Tutti possono diventare imprenditori di se stessi. La dimostrazione di questa piccola verità è Carmela Giardina, una donna di 49 anni che vive a Canicattì, in provincia di Agrigento. La situazione occupazionale in questa zona è tragica: il 49% della popolazione è disoccupata e, se non si considerato i lavoratori stagionali, lo è il 61,4%. Nessuno della famiglia di Carmela lavora: lei è casalinga, le sue tre figlie (due si sono già sposate) la aiutano e il marito riceve 250 euro al mese di pensione per l’invalidità La donna non si è lasciata scoraggiare dalla situazione e si è letteralmente inventata un mestiere, quello di concorrente di quiz e concorsi: ” Col detersivo abbiamo vinto una bicicletta e un forno. Ma lei, mi scusi, per quale giornale lavora? Perché tutta questa pubblicità non aiuta la nostra attività. Se la voce si sparge, arriva la concorrenza e ci ruba il lavoro “, spiega Carmela. Attaccarsi al telefono per partecipare alle trasmissioni televisive a premi e raccogliere punti dei prodotti del supermercato, può permettere a questa famiglia di sbarcare il lunario. Le tre donne di case si sono date un’organizzazione razionale per ottimizzare il tempo e le possibilità di vincita: Elisabetta, 28 anni, è la centralinista; Giovanna, 34 anni, scova i concorsi al computer, anch’esso vinto e la più piccola di casa, Eleonora, 22 anni, va e viene dai supermercati della città e della provincia. La famiglia di Carmela ha vinto di tutto: ricariche telefoniche, buoni benzina, radiosveglie, orologi d’argento, monete d’oro, frigoriferi, computer, barche, forni a microonde, lavastoviglie, moto, macchine fotografiche, navigatori satellitari, televisori, anelli di pietre preziose e un’automobile. ” L’ho vinta in un centro commerciale di Caltanissetta. È una Micra 1200 della Nissan. Quella volta mi sono portata a casa anche 62 macchine del caffè Moka Espresso e due televisori al plasma “, racconta Carmela. Con i concorsi la famiglia passa anche delle belle vacanze : “T ra quindici giorni dovremo rallentare l’attività. Le ragazze partono per un viaggio premio negli Stati Uniti “, ultima meta dopo Cuba, Capo Verde, Crociere sul Nilo, Sardegna e Toscana. I premi servono anche a garantire la liquidità che riempie la cassa comune da cui ciascuno può attingere secondo le proprie necessità: ” Il metodo è semplice. Vendiamo i prodotti di troppo. Tanta gente ormai sa cosa facciamo. Ci chiama e ci dice: che ci offrite oggi ?”. Nonostante la famiglia abbia imparato ad andare avanti così, resta un po’ di malinconia: ” C erto che a noi piacerebbe lavorare davvero. Anche noi abbiamo dei sogni , ma qui realizzarli è un miraggio. Io vorrei avere il mio lavoro e semmai fare questa cosa come passatempo. Ma fino a che la situazione non cambia.. .”. La famiglia di Carmela non è la sola a vivere di quiz: c’è anche chi sta dall’altra parte. Lo ha ricordato Gerry Scotti , in una pausa durante le riprese della prima puntata Paperissima , mentre ironizzava sulla famiglia di Canicattì. ” A vivere di quiz ci siamo già io e Carlo Conti. Non toglieteci il pane. Che ci siamo professionisti di quiz lo sappiamo. E’ un modo concreto di sbarcare il lunario e mantenersi bene. Mi congratulo con la famiglia di Canicattì ” sottolinea il conduttore di Chi vuol essere milionario . Eppure aggiunge ” non sono i nostri concorrenti ideali . Al mio quiz non interessano i concorrenti professionisti, non fanno avere emozioni. Nell’input che diamo ai nostri autori e procacciatori di concorrenti c’é proprio quello di evitare i professionisti. Vanno bene per vincere qua e là varie cifrette al telefono nei vari concorsi tv, radiofonici, su internet. Non vivono di quiz con la ‘Q’ maiuscola. A quelli che partecipano al nostro programma facciamo firmare una dichiarazione in cui garantiscono che da un anno non hanno partecipato al nostro quiz e da due anni a quelli della concorrenza, in cui ci sono anche le reti satellitari. Non so se questa famiglia di Canicattì è venuta da noi. Può darsi, ma se hanno rispettato le regole prima che tornino ci vorranno degli anni. Con noi sarebbero morti di fame “.

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