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L’archeologia unisce Italia e Kuwait

Si rinnova la collaborazione archeologica fra Italia e Kuwait

Si rinnova la collaborazione archeologica fra Italia e Kuwait

Succede dal 1970 e oggi due nuove intese rinnovano la collaborazione per gli scavi sull’isola di Failaka e a Khadima.

In molti ancora, sentendo parlare di Kuwait, ricordano istintivamente la prima guerra del Golfo, a cavallo fra 1990 e 1991, e la partecipazione dell’Italia allo schieramento che voleva liberare il piccolo emirato dall’invasione realizzata dall’Iraq. In realtà almeno 20 anni prima era cominciata fra i due paesi un’avventura ben più interessante e meno violenta: una cooperazione in campo archeologico siglata nel 1970 e oggi rinnovata con due importanti intese.

La prima riguarda il rinnovo quinquennale degli scavi presso l’Isola di Failaka, dove la presenza di archeologici e ricercatori italiani guidati da Andrea Di Miceli risale al 2010: il sito è sulla costa nord dell’isola, conosciuta già nei tempi antichi come la mitica Ikaros. La seconda intesa sigla una nuova collaborazione, sempre quinquennale, sull’area di Khadima, tappa obbligata per mercanti e pellegrini che dal nord volevano raggiungere i luoghi sacri dell’Islam. Responsabile dell’ambizioso progetto, per la Sapienza, è il professor Carlo Giovanni Cereti del Dipartimento di Scienze dell’Antichità.

Con l’occasione, l’Ambasciatore in Kuwait Carlo Baldocci ha sottolineato come “le storie di successo della cooperazione bilaterale fra i due Paesi spazino dall’archeologia alla progettazione urbana, com’è stato ad esempio per il lavoro condotto da parte italiana anche sul Suq di Kuwait City”.

di Daniela Faggion

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