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“LAW & ORDER” SULLA NOTIZIA. BARNABY DA RECORD

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AUDITEL – I NUMERI DELLA TV (A CURA DI GIORGIO BELLOCCI) Sabato 9 dicembre è andata in onda su La7 una puntata di “Law&Order” con al centro il tema dell’eutanasia. Il fatto è assolutamente casuale (la rete sta trasmettendo già da ottobre le repliche del bellissimo telefilm prodotto da Dick Wolf negli anni 90), ma ci piace vedere nella circostanza un simbolico segno di sollecito verso la nostra televisione. Oggi che il caso di Piergiorgio Welby occupa le prime pagine dei quotidiani, i vari programmi televisivi cominciano a dare segni di vita, se ci è concesso l’ossimoro (vedi “Omnibus” del 13 dicembre). Ma noi vogliamo ugualmente denunciare un ritardo piuttosto discutibile, dal momento che il caso Welby è esploso subito dopo l’estate. Da “Matrix” e Enrico Mentana, in particolare, ci aspettavamo un segnale forte e laico… L’eccezione è rappresenta da “Primo Piano” di Raitre, che ha lodevolmente dedicato al tema più di una puntata negli ultimi due mesi. L’episodio di “Law&Order” in oggetto risaliva al 1999, ma la distanza temporale non era percepibile se non per qualche telefonino “vintage”! Grazie anche a una superba sceneggiatura, abbiamo trovato molto attuale la trattazione dell’eutanasia, e un pregio di “Law&Order”, inoltre, è quello di dare spazio a tutti i punti di vista evocati da tematiche delicate. Una bella lezione dall’America che più ci piace, quella in grado di realizzare per la tv o per il cinema prodotti di assoluto livello. Se queste repliche raccolgono poco più di 350.000 “volenterosi” nel prime time del sabato, è sorprendente il successo che ottiene “L’ispettore Barnaby” (martedì, ore 21.40): una media di quasi un milione di spettatori, con il 4% di share, è un’enormità per La7! Il gradimento non deve sorprendere perché il telefilm inglese, giunto alla nona serie, è girato con grande professionalità e non tradisce mai le attese degli amanti del giallo in stile Agatha Christie. Certo, l’attore John Nettles, di estrazione teatrale, interpreta un ispettore molto più “low profile” del mitico Hercule Poirot, e la campagna inglese odierna è un po’ meno stereotipata rispetto a teiere e fialette di arsenico. Ma l’ambientazione, in conclusione, fa sempre venire a galla sentimenti e pulsioni come l’invidia, la gelosia, l’avidità, e la frustrazione di vivere in località fin troppo tranquille. La serie è basata sui romanzi di Caroline Graham.    

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