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Le dieci regole per tutelare la privacy (non richiesta) su Facebook

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Dieci semplici regole che da sabato prossimo cambieranno l’attività di social networking sul web. Questa la presa di posizione di settanta Garanti della Privacy, Italia compresa, che hanno affrontato la questione relativa alla pubblicazione di dati personali online mediante i profili pubblicati su siti come Facebook e MySpace. Gli internauti di tutto il mondo non hanno infatti remore a compilare dettagliati questionari che diventano parte delle loro pagine personali sui siti di social network. A pochi secondi dall’iscrizione, le informazioni diventano ghiotta merce per i motori di ricerca e restano in rete per un tempo indefinito. Questo processo che sfugge al controllo dei possessori dei dati è diventato oggetto di analisi da parte dei Garanti e soggetto, appunto, dei provvedimenti. Il documento si rivolge innanzi tutto agli utenti, consigliando loro di: 1. fare attenzione quando si pubblicano dati personali e tenere conto che ogni informazione o foto pubblicata potrebbe essere ripresa in futuro da contatti lavorativi. In particolare i minori devono evitare di rendere noti indirizzo e numero telefonico. 2. rispettare la privacy degli altri evitando di citare dati personali o informazioni senza il loro consenso. Questo vale anche e soprattutto per i tag applicati alle fotografie condivise. Le dieci regole principali sono invece dirette ai provider che ‘hanno la responsabilità di tutelare gli interessi degli individui che usano i social network: 1. I provider che lavorano in differenti paesi devono rispettare gli standard sulla privacy presenti in ogni paese in cui operano e si devono consultare con le autorità di riferimento, se necessario 2. I provider devono rendere note le metodologie secondo le quale vengono trattati i dati personali degli internauti. 3. E’ necessario dare all’utente la possibilità di applicare restrizioni alla visibilità della sua pagina. 4. Le restrizioni principali vanno applicati di ‘default’ per garantire la privacy anche agli utenti meno esperti. 5. I sistemi di sicurezza e di informazione sulla protezione dei dati vanno costantemente aggiornati e migliorati per mettere l’internauta in condizione di scegliere la soluzione migliore. 6. I provider devono garantire la possibilità di modificare i propri dati personali e assistere in questa azione gli utenti che intendono farlo. 7. L’operazione di cancellazione totale del profilo deve essere immediata. 8. I provider devono incoraggiare l’uso di pseudonimi 9. Devono essere adottate misure di sicurezza per evitare l’indicizzazione dei dati da parte dei motori di ricerca o da terze parti  e il download di informazioni 10. I provider devono garantire agli utenti la possibilità di dare l’autorizzazione o meno ai motori di ricerca di riconoscere il proprio profilo. La non indelebilità dei profili da parte dei motori di ricerca deve diventare un’azione di default Che futuro si prospetta dopo l’applicazione di queste direttive? E soprattutto quanto si sposano con la filosofia e gli interessi di chi si iscrive a Facebook e affini? Il punto 8 ad esempio, e con esso il punto 10, è totalmente contrario all’intenzione di chi entra nell’universo dei social network per farsi trovare da amici lontani e di vecchia data. Il collegamento diretto mediante motore di ricerca o provider  dal proprio nome e cognome al proprio profilo è il valore aggiunto sul quale i portali in esame hanno fondato il proprio successo. Questa osservazione vale anche per il 2 del mini elenco dedicato agli utenti, i tag e i riferimenti ad altri profili sono il primo modo per dialogare con i propri contatti. Anche il punto 3 risulta superfluo, nel senso contrario questa volta, in quanto le restrizioni alla propria pagina sono forse l’unica espressione di privacy già esistente sui vari Facebook e MySpace. La questione ruota probabilmente attorno a questo problema: la privacy non è effettivamente garantita ma è ignorata di default , termine che tanto piace ai Garanti, da chi decide di aderire a un’iniziativa di questo tipo. L’unico modo per proteggere realmente dati personali e fotografie è quello di non attivare un profilo. Misura che la maggior parte degli internauti, travolta da un delirio di condivisione , non sembra aver intenzione di adottare.

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