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Le intercettazioni inciampano al Senato: Fini contesta, Schifani replica

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Primo giorno di discussione plenaria in Senato per il disegno legge sulle intercettazioni, e primo stop. Tra i banchi del Pdl ci sono stati scontri verbali e una nuova polemica lanciata da Gianfranco Fini. Il presidente della Camera ha ipotizzato nuove modifiche al testo, che ripasserà ora al vaglio della commissione Giustizia della maggioranza prima di tornare in aula: “Le questioni che non sono state valutate bene dalla maggioranza – ha detto Fini, secondo cui – s e i deputati della Camera lo riterranno necessario si potrà intervenire” Queste affermazioni hanno suscitato la reazione del presidente del Senato Schifani , che ha subito precisato: “Sono sempre stato garante delle regole e men che meno mi sognerei di dare giudizi politici su argomenti all’esame dell’altro ramo del Parlamento” ha detto con tono contrariato. Critico nei confronti delle esternazioni di Fini anche Sandro Bondi , che si chiede retoricamente se “sia utile e ragionevole che il presidente della Camera esprima un giudizio politico nel merito di un provvedimento in discussione al Senato” L’ex leader di Alleanza Nazionale ha però ribadito che sulle questioni relative alla legalità e all’unità nazionale non ha intenzione di desistere dallo svolgere un ruolo politico. Gli esponenti dell’opposizione, che hanno bocciato il progetto legislativo su tutta la linea, stanno a guardare le schermaglie di governo in attesa di buone nuove. Editori, giornalisti e magistrati restano sul piede di guerra , contrari alle forti limitazioni che il provvedimento impone sull’uso delle intercettazioni, sul loro trattamento a scopi informativi e sulla nuova deontologia giudiziaria a riguardo. I parlamentari torneranno in aula tra una settimana, ma la polemica prosegue anche lontano da Palazzo Madama.

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