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Le Olimpiadi invernali di Pechino e il fenomeno Curling

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Sono già 16 le medaglie olimpiche della delegazione italiana. Ma ciò che più salta all’occhio è lo storico oro nel doppio misto di curling. Un risultato inaspettato dal momento che i tesserati italiani ammontano a 333 di cui solo 20 al vertice del professionismo. Stefania Costantini e Amos Mosaner hanno macinato ben 11 vittorie su 11 incontri. E tra 4 anni ci saranno le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026

Il medagliere italiano

Finora sono 16 le medaglie dell’Italia. Battuta la precedente spedizione del 2018 in Corea. A Pyeongchang i trionfi furono 10. Il record assoluto delle Olimpiadi del 1994 dista ora quattro sole lunghezze. Da segnalare anche le 11 medaglie olimpiche conquistate in carriera di Arianna Fontana. Supera Stefania Belmondo diventando l’italiana più medagliata nelle Olimpiadi invernali. Il curling maschile non riesce invece a bissare l’impresa del misto composto da Stefania Costantini e Amos Mosaner. Dopo il ko 9-4 contro la Norvegia gli azzurri chiudono al nono posto. La vittoria per 10-3 sulla Danimarca al settimo end non basta agli azzurri per continuare a sperare nella rimonta in classifica nel torneo. Mancano però ancora due giorni al termine della manifestazione di Pechino e il bottino azzurro potrebbe lievitare ulteriormente.

Il fenomeno Curling

I tesserati del curling in Italia sono 333 (89 donne, 244 uomini; 93 under 21 e 240 senior) e appena 20 sono atleti di vertice del professionismo. Le strutture “dedicate” soltanto al curling sono a Pinerolo, Courmayeur, Torino, Bormio, Cembra, Cortina, Claut. Il curling è stato riconosciuto dalla Federghiaccio nel 1953, l’annessione alla Federazione mondiale è del 1973 mentre il primo campionato risale al 1955. Le stones, le pietre che vengono lanciate, vengono tutte da una minuscola isola al largo della Scozia, Aisla Craig. La spazzola, l’altro strumento necessario per praticare il curling, serve a spazzolare il ghiaccio e far scivolare la pietra. Nonostante l’apparenza è uno sport molto faticoso. Bisogna allenarsi tanto: gli atleti passano infatti ore a esercitarsi in equilibrio precario. 

Foto credit: Ilpost.it

di Alessandro Bonsi

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