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Le ricerche su internet mantengono giovane il cervello

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Google ci rende stupidi, questo il monito lanciato da alcuni ricercatori lo scorso giugno secondo il quale l’eccessivo nozionismo e la quantità di informazioni presenti in rete riducono la capacità di formulare pensieri e di analizzare i dati. Questa tesi è stata ribaltata dai ricercatori della University of California di Los Angeles che hanno scoperto che navigare in internet attiva alcune aree celebrali e stimola le capacità cognitive. Gli studiosi hanno analizzato l’attività celebrale di ventiquattro volontari, di età compresa tra i 55 e i 76 anni, metà dei quali vantavano già una buona praticità nella navigazione in rete. L’indagine ha confrontato l’attività dei loro cervelli durante la lettura di un libro e durante una ricerca in rete. Le rilevazioni hanno mostrato che in entrambe le attività venivano attivate alcune aree del cervello che comandano il linguaggio, la lettura, la memoria e le abilità visive. Negli internauti più esperti è stata riscontrata anche un’attività addizionale in aree separate, responsabili della capacità decisionale e di articolare ragionamenti strutturati. Quindi, per ridurre gli effetti dell’invecchiamento sull’attività celebrale, potremo ricorrere alla rete, svolgendo alcune ricerche, a patto però di iniziare subito ad accumulare esperienza.  

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