Il magnate australiano compie 80 anni. Ha rivoluzionato i media con il colosso News Corp., ma il futuro è un’incognita. L’11 marzo Rupert Murdoch ha compiuto 80 anni. Irrequieto e predatore: ecco il più grande e contraddittorio magnate della storia della comunicazione , tuttora a capo di News Corporation, cui fanno riferimento settantatre giornali e dodici network televisivi nel mondo. Murdoch comincia la sua ascesa nella natia Australia, ma è in Inghilterra che diviene il moloch dei media che è oggi. Nel 1969 acquista The Sun e lo trasforma nel primo tabloid moderno, lanciando un giornalismo contraddistinto da titoli aggressivi, linguaggio informale, scoop presunti. E da un grande successo di vendite. Nel 1986 è la volta di Fox Tv, che gli apre il mercato televisivo degli Stati Uniti e porta nel 1996 alla nascita di Fox News, baluardo dell’informazione-spettacolo. Il terzo stadio della rivoluzione è la creazione di Sky Tv, con cui dagli anni ‘90 acquista i diritti in esclusiva di tutti i più importanti eventi sportivi. L’ultima sfida è su internet. I siti dei giornali della compagnia divengono gradualmente a pagamento e nel 2011 esordisce The Daily, primo quotidiano digitale solo per iPad. Capitalista estremo, conservatore per attitudine e apolitico per senso pratico, Murdoch ha fatto dell’informazione populista una vocazione multimiliardaria. L’impero, però, potrebbe non sopravvivere al suo totem : gli eredi non sembrano avere la vitalità del fondatore e le indagini antitrust si fanno sempre più intense. Nell’era digitale, il sistema monopolizzante di News Corp., tipicamente novecentesco, potrebbe scricchiolare. Il web sta mettendo sotto scacco l’esclusività degli eventi e dei film trasmessi da Sky, e il successo dell’accesso a pagamento alle notizie online è tutto da verificare, mentre le vendite delle edizioni cartacee sono in calo. Il tempo scorre inesorabile, anche per i magnati.
Le sette vite di Murdoch

Abstract futuristic world & technology business background and space for text, vector illustration