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Le vacanze online non piacciono all’antitrust

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Una nuova indagine mina i meccanismi dell’e-commerce italiano: l’antitrust nazionale sta vagliando le pratiche di alcuni siti che offrono pacchetti viaggio, pernottamenti e voli , per verificare se ostacolino la possibilità per i consumatori di trovare offerte migliori altrove online. Nel mirino ci sono i motori di ricerca Booking.com ed Expedia.com , che procacciano stanze d’albergo e vettori per i viaggiatori di tutto il mondo. I due portali sono accusati di limitare la concorrenza del settore con norme troppo stringenti per hotel e b&b iscritti al servizio. L’approfondimento dell’antitrust è stato aperto ufficialmente lo scorso 7 maggio in seguito alla segnalazione di Federalberghi, di Aica e del Nucleo tutela mercati della Guardia di Finanza. Secondo il garante, “ le clausole previste da Booking ed Expedia, che vincolano le strutture ricettive a non offrire i propri servizi alberghieri a prezzi e condizioni migliori tramite altre agenzie do prenotazione online e, in generale, tramite qualsiasi altro canale di prenotazione (siti web degli alberghi compresi), potrebbero limitare significativamente la concorrenza, sia sulle commissioni richieste alle strutture, sia sui prezzi dei servizi alberghieri” . Il danno finale si ripercuoterebbe sui consumatori. L’istruttoria si concluderà entro il 30 luglio 2015 e dovrà verificare se i servizi di agenzie turistiche online (come i due sopra citati) limitino o meno il mercato attraverso gli accordi siglati con gli hotel èresenti nel loro catalogo. Sarà una lunga stagione vacanziera, la prossima: su internet è già cominciata, con qualche scaramuccia.

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