Tornano gli aiuti pubblici per l’editoria italiana. Dopo lo scontro di fine 2011, con i tagli retroattivi del governo che hanno messo in difficoltà decine di testate, è servito un intervento del presidente della Repubblica per rimpolpare i fondi del 2012 fino a 120 milioni di euro . Napolitano avrebbe chiesto al governo Monti di non trascurare il settore editoriale, incrementando i 47 milioni di euro di contributi previsti inizialmente. Gli operatori del settore avevano chiesto 160 milioni di euro, cifra impossibile da raggiungere, ma il nuovo stanziamento – cui ha lavorato il sottosegretario Paolo Peluffo – dovrebbe bastare a garantire la sopravvivenza di un centinaio di giornali a rischio chiusura (tra cui Il manifesto, Il Riformista, La Padania e Il Foglio). L’esecutivo sta studiando anche una serie di incentivi per le testate che decideranno di ampliare le loro attività online e magari abbandoneranno la carta in favore del web. I soldi in più dovrebbero arrivare dal fondo di emergenza della presidenza del Consiglio (circa 50 milioni), mentre con risparmi interni dell’amministrazione si dovrebbero racimolare altri contributi (circa 25 milioni). Il nuovo decreto sul finanziamento pubblico all’editoria sarà approvata presumibilmente entro fine marzo e garantirà la salvezza di almeno 4mila posti di lavoro tra giornalisti, poligrafici e dipendenti dell’indotto. Per richiedere i fondi non sarà più sufficiente fornire i dati relativi alla tiratura di ogni testata, ma bisognerà dimostrare le reali vendite in edicola. Fondamentale, poi, sarà la forza lavoro di ogni redazione: tra giornalisti (assunti con regolari contratti) e poligrafici. Ci sarà, insomma, maggiore trasparenza. In attesa di una nuova normativa completa che regoli tutto il settore e i contributi dello Stato ai giornali, che dovrà essere approvata entro la fine del 2014.
L’editoria recupera fondi con Napolitano

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