La bozza del disegno di legge sulla concorrenza contiene indicazioni per l’attuazione dell’agenda digitale. Nel testo si legge che bisogna “individuare un programma strategico nazionale per lo sviluppo delle reti di nuova generazione e dei servizi digitali che individui specifici traguardi intermedi (‘milestones’) da raggiungere e preveda il monitoraggio attivo sia delle iniziative pubbliche che di quelle private”. Come dire che siamo ancora nel limbo tra aria fritta e incosistenza con linee di principio che se pur evanno messe su carta dovrebbero essere scontate almeno dagli anni Novanta. Eppure sono queste le indicazioni date dai ministeri e dall’Antitrust per la stesura del disegno di legge. Questo documento è dunque poco più di una segnalazione di priorità, debole anche sul piano dell’indirizzo politico , che contiene ipotesi di intervento a seconda dei vari settori elencati con in calce a ogni proposta “osservazioni e criticità”. Norme per lo sviluppo dell’Agenda digitale sono contenute anche nel decreto Sblocca Italia , all’esame del Parlamento: l’articolo 6 del decreto “prevede agevolazioni per la realizzazione di reti di comunicazione elettronica a banda ultralarga e norme di semplificazione di reti di comunicazione elettronica a banda ultralarga e norme di semplificazione per le procedure di scavo e di posa aerea dei cavi, nonché per la realizzazione delle reti di telecomunicazioni mobili”. Insomma, in ritardo di vent’anni.
Leggi e decreti sul digitale, ancora indietro di vent’anni

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