Secondo il Tar del Lazio , la tassa sui dispositivi tecnologici capaci di riprodurre musica e video, applicata per indennizzare i titolari dei diritti d’autore per le copie private dei loro prodotti, è assolutamente legittima . Così facendo, il tribunale italiano obbliga Apple e Samsung, che nel 2010 si erano opposte al balzello istituito nel 2009 dal decreto legge del ministro per i Beni culturali, a pagare l’extra alle case discografiche e cinematografiche. A farne le spese saranno gli utenti , che all’acquisto dei dispositivi in questione si troveranno a dover versare qualche euro in più del previsto. Per un iPod da 2 Gb, ad esempio, Apple dovrà versare 5,15 euro, che verranno aggiunti al prezzo di listino del prodotto. Per un iPod da 160 Gb, l’aumento sale a 16,10 euro. E’ importante ricordare che il compenso extra non copre il danno dell’eventuale download pirata da internet, che è illegale e per tanto sanzionabile legalmente, ma costituisce un rimborso per le copie private dei materiali, ovvero la facoltà legalmente riconosciuta a chi legittimamente possiede un esemplare dell’opera di duplicarla per la propria esclusiva fruizione personale e senza alcun fine commerciale. Gli incassi del balzello dovrebbero garantire alla Siae entrate per 50 milioni di euro l’anno.
L’equo compenso rincara il mercato hi-tech

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