Episodio singolare e preoccupante in Libia: nella mattina di giovedì 10 ottobre il Primo ministro Ali Zeidan è stato rapito da una milizia assoldata per la protezione del neonato Parlamento. Nel corso della giornata, Zeidan è stato liberato, ma un alone inquietante tutta la vicenda. “Libia, rapito e poi liberato il Primo ministro” , titola Usa Today , raccontando il poco che si sa sul fatto. “Tutta colpa di un gruppo armato” , si legge su Le Point , ma quel che colpisce è la cruenta lotta intestina tra militari e struttura politica. Secondo The Wall Street Journal , “più di 100 miliziani armati hanno fatto irruzione all’Hotel presidenziale” , con la volontà di “prendere con sé l’intero Governo” . “Liberato Ali Zeidan, rapito dalla milizia parlamentare” , dice invece The Washington Post , che solleva dubbi ovvi sulla stabilità politica del Paese africano. Per il Chicago Sun Times , il rapimento è “un segno del caos che regna in Libia” , dove dopo la caduta del regime di Gheddafi si è rischiata più volte la guerra civile. Per Cnn si è trattato di un “sequestro lampo” , ma la posizione di Zeidan, al potere da un anno, è ora decisamente precaria. Le Monde riconduce il rapimento alla lotta per il potere e il controllo dei pozzi petroliferi e sottolinea che il Nord Africa è tutt’altro che chetato, come dimostrano le continue violenze in Egitto: “La polveriera che a volte esplode” , titola in un editoriale. E non sempre gli allarmi rientrano in poche ore.
Libia, rapito e poi liberato il Primo ministro (Usa Today)

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