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Lilli e le quota rosa massoniche

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di Giorgio Bellocci Non aveva pace Lilli Gruber, non poteva farsene una ragione! Per tre volte, nel corso della puntata di Otto e mezzo del 7 aprile, ha intimato il nuovo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (si dai, i massoni) di spiegarle perché nel mondo delle logge le donne non sono ammesse! Intimare è il verbo più adatto, e deve aver fatto un grande sforzo il neo eletto Stefano Bisi per non risponderle a tono. Ospite in studio, un lucido e preparatissimo Roberto D’Agostino provava con garbo a dire a Lilli nostra che ecco, il fatto di non ammettere donne è una regola secolare nella lunga e nobile storia della massoneria.  A una Gruber stranamente nervosa va però il merito di aver portato in televisione un argomento considerato tabù. Per molti italiani, ignari, la massoneria significa solo P2, eversione, stragi e Licio Gelli. Ma non a caso quella era la massoneria deviata, criminale, così come c’erano istituzioni deviate che organizzavano la strategia della tensione. D’Agostino e Bisi hanno correttamente ricordato luci e ombre della storia della Loggia del Grande Oriente: Cavour, Mazzini e Garibaldi, per dire, erano massoni. E dunque la massoneria è stata parte fondamentale nella costruzione dello Stato unitario. Risultato che a molti può anche non piacere, ma questo è un altro paio di maniche… Fino ad arrivare ai tempi nostri, dopo i pericolosi incidenti di percorso degli anni 80 con i vari Gelli, Sindona, Calvi, il crac ambrosiano, la scalata al Corriere della sera da parte di Rizzoli, ecc.  La Gruber, rassegnatasi sulle quote rosa, continuava però a incalzare il povero Bisi buttando lì nel frullatore vari nomi (Geronzi, Renzi, il papà di Renzi, un alto prelato del Vaticano, un buon numero di politici, finanzieri, ecc) per sentirsi dire quello che comunque il Gran Maestro mai ammetterebbe neppure sotto tortura: un nome e una tessera. Certo, non risulta neppure molto chiaro quali siano le prerogative della Massoneria 2.0, un po’ perché la retorica del rito e del mistero  non agevola la comprensione, e poi perché quello che nel caso sarebbe realmente influenzato dal suo potere non potrebbe essere palese agli occhi umani. Teorema semplice, saggiamente ricordato da D’Agostino. Che per altro ha tranquillamente ammesso di avere fatto richiesta (poi respinta) di affiliazione. Tornando al rapporto donne-massoneria, sia Bisi, sia l’inventore di Dagospia hanno sottolineato che la non affiliazione non esclude affatto una certa attenzione delle varie logge verso le più carismatiche e meritevoli rappresentanti dell’altra metà del cielo. Donne manager, giornaliste, politiche. Tutte avvicinate e rese complici in gran segreto. Dato che la Gruber non ha mai smentito la propria appartenenza al gruppo Bilderberg, possiamo dire che il confronto in quel preciso istante ha assunto tonalità anche abbastanza divertenti. Senza esplicitazioni, ovviamente! 

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