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L’Italia al centro della via della seta 4.0

Il prezioso bozzolo di un baco da seta

Il prezioso bozzolo di un baco da seta

Parte da Padova il progetto europeo per recuperare una tradizione secolare che va dai Balcani alla Spagna e rilanciarne la filiera.

In un’epoca digitale anche i bachi da seta devono diventare 4.0. È l’ambizione di Aracne, parola che cela la dichiarazione di intenti del progetto: Advocating the Role of Silk art And Cultural Heritage at National and European Scale. In pratica, l’idea è quella di rilanciare in Italia e in Europa la filiera della seta, dal baco al tessuto, creando un’identità culturale capace di coinvolgere mondo produttivo, università e ricerca, istituzioni, scuola e cittadini. Si tratta di valorizzare sul territorio un passato secolare di grande tradizione e un presente capace di unire innovazione, produzione sostenibile, moda e turismo.

Quella che in Italia è stata un’eccellenza assoluta entrerebbe così a far parte di un itinerario culturale e turistico transnazionale, dai Balcani alla penisola iberica, certificato dal Consiglio d’Europa e coordinato da CREA Agricoltura e Ambiente, con un laboratorio di gelsibachicoltura a Padova. All’inizio del percorso viene creata una mappa virtuale che raccoglie un inventario del patrimonio della sericoltura sulla base di studi e ricerche condotti “sul campo”, con informazioni scientifiche ma anche approfondimenti storici e artistici consultabili online. Una volta definito il patrimonio di conoscenze a disposizione, sarà possibile individuare non solo percorsi culturali, ma anche colturali, classificare e censire tutte le diverse cultivar di gelso e razze di baco da seta, rintracciabili nei territori coinvolti: Italia, Spagna, Francia, Slovenia, Grecia, Bulgaria. Una volta riprodotti e selezionati, piante e bachi, saranno così disponibili per gli allevatori europei, per produrre seta a Km0 e sottoprodotti come fibra, cellulosa, farmaci, more, mangimi e integratori.

di Daniela Faggion

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