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Lo scandalo datagate sbarca in Italia

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Edward Snowden, la talpa ex dipendente della Cia, l’aveva lasciato intendere, The Guardian adesso conferma tutto: gli Stati Uniti spiavano le conversazioni telefoniche e le attività online non solo dei propri cittadini, ma anche di quelli di molti paesi stranieri, Italia compresa . Lo scandalo datagate si allarga a macchia d’olio e investe in maniera decisa anche la diplomazia italiana. Secondo quanto riporta il quotidiano inglese, cimici americane sono state posizionate negli anni nelle principali ambasciate europee sul suolo statunitense. A Washington e New York si registravano segretamente informazioni e si spiavano rappresentanti politici di mezza Europa. La rivelazione ha fatto infuriare la Commissione europea , che ha minacciato di non presentarsi ai negoziati commerciali con gli Usa, previsti per i prossimi giorni. La National security agency americana ha provato a tranquillizzare i diplomatici del Vecchio Continente , assicurando spiegazioni, ma ha anche detto che non ci saranno commenti pubblici sulla vicenda. Le operazioni di spionaggio dell’intelligence a stelle e strisce si rivelano sempre più invasive e ramificate. In un primo momento, The Guardian aveva citato l’Italia tra i collaboratori della Cia al programma Prism, che raccoglie informazioni personali su milioni di internauti, ma successivamente la collaborazione tra i servizi segreti nostrani e quelli americani è stata circoscritta alle attività anti-terrorismo sviluppate dopo l’11 settembre. Il clima da grande fratello globale, comunque, si fa sempre più asfittico.

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