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Lodo Mondadori, escamotage finanziaria

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La sentenza di secondo grado sul Lodo Mondadori è attesa per sabato 9 luglio , ma lo scontro tra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti si rinfocola di giorno in giorno, senza attendere il giudizio. Il presidente del Consiglio, che vent’anni acquisì la compagnia editoriale dopo una complessa battaglia legale in cui il suo braccio destro Cesare Previti corruppe il giudice, è stato condannato in primo grado a risarcire il rivale con 750 milioni di euro . Ma, secondo una norma proposta all’interno della legge finanziaria 2011 , anche qualora i giudici di Milano confermassero la sentenza di primo grado Berlusconi potrebbe evitare il pagamento della sanzione. Il Pdl ha intenzione di modificare due articoli del codice di procedura civile (il 283 e il 373), obbligando il giudice (che finora ne aveva solo la facoltà) a sospendere l’esecutività della condanna nel caso di risarcimenti superiori ai 20 milioni di euro (10 in primo grado) dietro il pagamento di una “idonea cauzione” , in attesa del verdetto della Cassazione. Il provvedimento ha suscitato la reazione sdegnata dell’Anm . Se la norma fosse confermata, “sarebbe qualcosa che nulla ha a che vedere con il tema dell’efficienza del processo civile, che determinerebbe una iniqua disparità di trattamento e che sarebbe, quindi, incostituzionale” , dicono i magistrati. Ancor più critica l’opposizione in Parlamento, che parla di ennesima norma pro-Berlusconi: “E’ davvero scandaloso e imbarazzante che in una manovra destinata a pesare sulle spalle già provate dalla crisi delle famiglie e dei cittadini normali sia introdotta una norma che sospende gli effetti di una sentenza, a vantaggio delle società del presidente del Consiglio” , ha detto Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd.   Uno dei più importanti e discussi processi della recente storia italiana si gioca così su due fronti, quello del tribunale e quello parlamentare, riconfermando il peso del mai risolto conflitto d’interessi.

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