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Lou Reed, guanto d’acciaio, pugno di velluto (Daily Telegraph)

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Il mondo della cultura pop(olare) ha vissuto una domenica triste il 27 ottobre: a Long Island è morto Lou Reed, figura di spicco della scena musicale mondiale. “Il leggendario cantante Lou Reed è morto all’età di 71 anni” , dice un servizio di Sky News , che racconta la sua lunga militanza artistica, al fianco di Andy Warhol e non solo. “Lou Reed, la morte di un animale del rock’n’roll” , titola Liberation citando uno dei suoi dischi più famosi.  Huffington Post lo ricorda come “cantante, chitarrista e leader dei Velvet Underground” , una delle band più influentidagli anni ‘60 a oggi. Il Daily Telegraph ne riassume il carattere e l’opera definendolo “guanto d’acciaio” , e “pugno di velluto” (in inglese velvet), per la capacità di cantare storie atroci in modo toccante e delicato. Secondo Channel 4 , il musicista newyorkese era “un ribelle che ha reso intriganti i reietti” : le sue storie sugli scapestrati di Manhattan hanno influenzato il cinema, la letteratura e il rock’n’roll tutto. Reed è deceduto  “a causa dell’aggravarsi di un malessere epatico” , come spiega The New York Times , secondo cui il trapianto di fegato eseguito la scorsa primavera non sarebbe andato a buon fine. Numerosi musicisti gli hanno reso omaggio: “da Morrissey a David Bowie” , scrive il Daily Mail che ha provato a tenere il conto. Dopo una vita di eccessi e grandi dischi, come si evince da un lungo artico di Les Inrockuptibles , è stata scritta la fine a “una storia vissuta dal lato selvaggio” . 

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