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Luca era gay vince il Premio Mogol

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Non si spengono i riflettori sul brano di Povia Luca era gay, discussa canzone classificatasi seconda al 59esimo Festival di Sanremo e capace a quattro mesi di distanza di conquistare la seconda edizione del Premio Mogol.   Il cantautore , che con l’ambiguo testo ha regalato visibilità al festival di Bonolis e ha scatenato l’ira del popolo gay e gay-friendly, ha scalzato dalla vetta Tutto l’universo obbedisce all’amore (Franco Battiato) e Il Paradiso dei calzini (Vinicio Capossela) , rispettivamente secondo e terzo posto. Mogol ha attribuito la decisione alla “s ua disarmante naturalezza , la sua grande innocenza, l’assenza di sensi di colpa. Gli altri erano bei testi, ma quello di Povia ha qualcosa in più”.   “Racconta un fatto di vita, usando la prima persona. È un testo sincero, senza reto­rica : una poesia che non nasce dall’ispirazione talentuosa ma dall’esposizione di una verità quotidiana. Povia ha intinto la penna in un in­chiostro molto simile al sangue “, ha dichiarato il cantautore, che con Marcello Veneziani, Oliviero Beha e Arnaldo Colasanti compone la giuria del premio, al Corriere della Sera.  Alla domanda del giornalista relativa alla reazione del popolo omosessuale Mogol ha risposto: ” Capisco perché. Non è un testo univer­sale, non denuncia una legge; racconta una sto­ria. La storia di un ragazzo che cercava il padre e non voleva tradire la madre. Povia parla di una vita, al di là di ogni dogma”. ” Guardi, abbiamo selezionato altre grandi canzoni: ‘Tutto l’universo obbedisce all’amo­re’ di Battiato, ‘A te’ di Jovanotti, che peraltro ha vinto l’anno scorso con ‘Fango’. Ma ‘ Luca era gay’ è l’unica che mi ha chiuso la gola. Che mi ha commosso ” , ha poi ribadito.

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