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L’Ue e il Nobel per la pace in tempo di crisi

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Venerdì anomalo, quello del 12 ottobre 2012, per l’Unione europea , che a Stoccolma ha vinto il premio Nobel per la Pace . La stampa internazionale si è immediatamente scatenata nel commentare l’insolito (per un’istituzione politico-economica) riconoscimento: “L’Ue vince il Nobel per la Pace” , titola didascalico il Financial Times , imitato dal Boston Globe , che parla però di “premio inatteso” . Il Daily Telegraph , nell’articolo dedicato alla notizia, fa una cronistoria su “come è accaduto che l’Ue vincesse il Nobel” , riassumendo nascita, traguardi e fallimenti del governo del Vecchio Continente.    Una storia lunga più di mezzo secolo, anche se negli ultimi mesi l’istituzione sembra un po’ appannata: la Grecia, l’Italia e la Spagna sono in forte crisi, la Francia ha perso smalto, e la sola Germania non basta a garantire un futuro roseo per l’Ue: “La vittoria del Nobel per la Pace manda in sollucchero Bruxelles e zittisce gli Euroscettici” , sostiene The Guardian , anche se non tutti provano lo stesso entusiasmo. “Il Nobel all’Europa divide l’opinione pubblica” , titola The Times , giornale britannico che come molti cittadini d’Oltremanica non vede di buon occhio il governo europeo.    Negli Stati Uniti, invece, vedono il riconoscimento come un biscotto dolce, dopo i molti bocconi amari ingoiati da Bruxelles nell’ultimo periodo: “Un Nobel nonostante la crisi” , scrive The Washington Post , mentre Cnn sottolinea come l’Accademia di Stoccolma abbia voluto premiare la pace mantenuta sin dal termine del Secondo conflitto mondiale. Viene però il dubbio che molti cittadini del Vecchio Continente la pensino come The New York Yimes , il cui editoriale sull’argomento dice: “Al culmine della crisi, per gli europei il Nobel per la Pace è quasi uno scherzo” .

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