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Mimmo non molla: il delfino testardo sfida l’operazione di salvataggio a Venezia

Attrazione turistica e allarme sicurezza: il giovane cetaceo rifiuta di lasciare le acque più trafficate di Venezia nonostante i tentativi di allontanamento coordinati.

Un giovane delfino soprannominato Mimmo ha trasformato il bacino di San Marco nella sua piscina personale, creando stupore e preoccupazione tra i biologi marini. 

Il 15 novembre le autorità italiane hanno orchestrato un’elaborata missione di salvataggio che ha coinvolto Guardia Costiera, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e ricercatori del Centro di Emergenza per Cetacei (CERT) dell’Università di Padova. Utilizzando dissuasori acustici chiamati “pinger” e tubi d’acciaio battuti sott’acqua per creare barriere sonore, 18 imbarcazioni hanno formato una strategica formazione a pettine per guidare Mimmo verso l’Adriatico aperto.

L’operazione inizialmente ha funzionato. I ricercatori hanno seguito il delfino mentre nuotava attraverso il canale dell’Orfano, oltre l’isola della Grazia, verso la laguna sud vicino a Chioggia. I biologi marini hanno celebrato quello che sembrava un trasferimento riuscito.

Il loro ottimismo è durato poco. Mimmo è tornato nel bacino di San Marco sei ore dopo, dimostrando quello che gli esperti descrivono come un attaccamento senza precedenti alle acque urbane.

“È un soggetto adolescente, da quanto abbiamo potuto osservare. Di cinque o sei anni. Ogni volta che lo abbiamo osservato stava mangiando”, ha spiegato Sandro Mazzariol, veterinario e coordinatore del CERT presso l’Università di Padova. Mazzariol attribuisce il ritorno del delfino alle abbondanti popolazioni di branzini intorno alle boe di navigazione di Venezia e alla sua ricerca di interazioni sociali dopo essersi separato dal gruppo familiare.

Gli esperti marini classificano Mimmo come un “solitario sociale”, tipicamente un giovane delfino maschio che si separa dal branco per cibo o ragioni sociali prima di incontrare ambienti umani. Casi simili sono stati documentati circa 100 volte nel mondo, con animali spesso rimasti sani nonostante l’isolamento dalla loro specie.

La laguna di Venezia è diventata un improbabile habitat per delfini. L’incidente precedente più recente ha coinvolto due delfini striati nel febbraio 2021, che le autorità hanno guidato con successo verso acque aperte usando dispositivi acustici. Quei delfini non sono mai tornati.

Il caso di Mimmo presenta sfide uniche. I ricercatori hanno scoperto lesioni superficiali sulla sua pinna dorsale, probabilmente causate da colpi di eliche di barche. Le ferite rappresentano i primi danni documentati al delfino dal suo arrivo oltre un mese fa.

“È molto preoccupante perché è un punto caldo con molto traffico nautico”, ha detto Guido Pietroluongo, veterinario del CERT. Il bacino di San Marco sperimenta traffico costante da traghetti, taxi acquei, vaporetti e imbarcazioni private che navigano tra i canali della Giudecca e il Canal Grande.

Il turismo ha complicato gli sforzi di conservazione. I visitatori organizzano tour in barca specificamente per osservare le esibizioni acrobatiche di Mimmo. Alcuni turisti alimentano il delfino, creando modelli comportamentali che incoraggiano la sua residenza lagunare. Le autorità hanno stabilito un requisito di distanza minima di 50 metri e distribuito linee guida che vietano di alimentare o avvicinare l’animale.

I biologi marini stanno preparando strategie alternative. I ricercatori del CERT pianificano di installare dissuasori acustici permanenti per creare barriere sonore fisse. Questi dispositivi emetterebbero suoni sgradevoli ai cetacei rimanendo innocui per altra vita marina.

La persistenza del delfino riflette fattori comportamentali complessi. Gli attuali alti livelli di salinità di Venezia rispecchiano le condizioni oceaniche aperte, mentre le abbondanti popolazioni ittiche forniscono facili opportunità di alimentazione. La dieta di Mimmo include cefali, branzini e orate. Le condizioni ambientali potrebbero aver inizialmente attratto Mimmo a Venezia. Gli esperti credono sia arrivato quando abbondanti fonti alimentari rendevano la laguna particolarmente attraente. La sua presenza continuata è comunque un anomalia.

I ricercatori marini mondiali monitorano casi simili per intuizioni comportamentali. Città portuali incluse Trieste, Genova, Civitavecchia, Marsiglia e Cagliari hanno documentato residenti delfini temporanei. Questi casi spesso coinvolgono individui giovani o curiosi che esplorano nuovi ambienti o seguono prede.

Le autorità veneziane continuano a monitorare la salute di Mimmo mentre pianificano future strategie di intervento. Il benessere del delfino rimane la preoccupazione primaria, con ricercatori che sperano sceglierà eventualmente di ricongiungersi volontariamente ai branchi marini. Fino ad allora, Mimmo rimane in laguna tra gondole e vaporetti. 

 

Fonte dell’immagine: Ansa https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2025/11/16/il-delfino-mimmo-dribbla-controlli-e-torna-in-bacino-di-s.-marco_b52b5748-8920-4993-bd15-8e1be0acff07.html

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