Dal suo arrivo in Italia, quest’estate, l’allenatore dell’Inter Josè Mourinho non ha mai smesso di attirare le attenzioni dei media, in un rapporto d’amore e odio al grido del più classico ‘chi disprezza compra’ Ieri sera, Mourinho era ospite al Chiambretti Night su Italia 1 e, ancora una volta, ha dimostrato di essere l’unico vero personaggio mediatico del calcio italiano. Antipatico, supponente, provocatore, sempre al limite del paradosso: difficile capire quanto la sua sia strategia e quanto invece sia genuina personalità Piero Chiambretti stuzzica il tecnico portoghese, cerca di svelarne il lato solare ma, in fin dei conti, a rivelarsi nel piccolo breviario di battute è il solito Mourinho: scaltro, onnisciente e, per sua stessa convinzione, taumaturgico. Prima sferza i colleghi, più a modo e magari più vincenti, ma mai all’altezza: “Ancelotti è tutelato da un club che ha grandissimo potere, sappiamo tutti che Berlusconi è molto potente in Italia, ha le spalle coperte, mentre l’Inter non ha interessi nei media . Comunque non ho assolutamente alcun problema con lui […] Mancini il giorno dopo che è uscito dalla Champions ha detto che si dimetteva mentre io ho detto che volevo convocata una riunione per capire cosa era necessario per vincere. Credo che questa sia la differenza ” Poi attacca i media, dalla poltrona di un salotto tv: “ La prostituzione intellettuale? Che differenza c’è tra il pugno di Adriano e quelli di Del Piero con la Roma e Inzaghi con il Cagliari? Noi abbiamo Inter Channel con i suoi 45 mila abbonati, la Juve ha Tuttosport e il Milan tre tv e i giornali. Mi sento un po’ Robin Hood” Infine, qualche palleggio da anchorman puro con Chiambretti: “Josè, sai qual è la differenza tra te e Dio? Che Dio non si sente Mourinho” dice il conduttore. “Non piaccio a tutti? Capitava anche a Gesù” ribatte l’allenatore. Il satiro piemontese lo punge sul vivo e il portoghese non fa attendere la risposta: “Se non vinco la Champions neanche l’anno prossimo? Tu che hai fatto quando il tuo film non ha incassato?” Poco importa poi, se Mourinho abbia torto o ragione: il derelitto mondo del pallone nostrano, perso tra veleni e crisi economica, livello tecnico scarso e partite scontate, con lui ha riconquistato attenzioni e risalto all’estero. E i giornalisti, che l’allenatore interista denigra e malsopporta (ricambiato), non possono fare a meno di domandare e intervistare, anche quando da dire non c’è alcunché. Perchè Mourinho fa sempre notizia, anche quando la notizia non c’è, fa vendere copie e scattare i flash. E’ spettacolo assicurato , quello che il calcio del Belpaese, in campo, non offre più da tempo.
Mourinho, quando il calcio fa (sempre) notizia

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